DOVE OSANO GLI ÜSLON

L’Italia intera, forse anche l’Europa intera, è convinta che l’evento più importante in programma in giugno sia la finale di Champions League del 6 giugno, che vedrà scontrarsi il Barcellona e una nota squadra italiana i cui colori sociali sono il bianco e il nero (penso il Siena). Ma non è così. L’evento sportivo di maggior spicco si terrà a Borgonovo il 2 giugno. Trattasi del celeberrimo Palio dell’Üslon. Nulla a che vedere con una banale partita di calcio. Il Palio è una vera e propria prova di sopravvivenza. Gli Hunger Games della Valtidone. L’idea è nata da un gruppo di giovani i quali, volendosi sottrarre all’alcolismo e all’hobby della prostituzione, si sono riuniti sotto il principale simbolo di Borgonovo: l’Üslon.

Occorre, quindi, fare una breve digressione sull’Üslon, sulle sue origini e sulla sua storia. L’Üslon altro non è che l’aquilotto posto in cima alla colonna del monumento ai caduti delle due guerre mondiali, posto esattamente di fronte all’ingresso principale della Rocca municipale. Ora, non ci è dato sapere chi sia stato l’autore del pennuto e nemmeno ci interessa. Ciò che, invece, balza subito all’occhio, anzi all’orecchio, è che l’uccello è divenuto immediatamente simbolo del paese e dei suoi cittadini, i quali sono ancora oggi chiamati “Üslon ad Burnöv”. Tale espressione viene usata in maniera dispregiativa dagli abitanti dei comuni limitrofi, i quali ovviamente lo fanno solo poiché sono invidiosi dei borgonovesi e della loro aquila.  Detto ciò, torniamo ai nostri giovani üsloni. Questo gruppo di scappati di casa, interrogandosi su come ravvivare lo spirito cittadino, è arrivato a elaborare la malsana idea del Palio. Malsana idea perché, da normale evento nel quale misurarsi in giochi popolari, il Palio si è trasformato, in poco più di un anno, in una vera e propria battaglia campale e campanilistica. Infatti, sebbene i giovani üsloni abbiano creato sei contrade in maniera quasi casuale, gli altri abitanti hanno immediatamente sviluppato un forte senso di appartenenza alla propria contrada. Alcuni hanno assoldato una decina di navy seals. Altri si sono rivolti a varie squadre di rugby. Altri hanno imbottito i figli di steroidi. E altri ancora hanno cercato di farsi costruire in laboratorio una squadra di superuomini. Tutto per un solo scopo: battere la temibile squadra delle frazioni che ha trionfato alla prima edizione del palio, i Mansò. Chi non abita a Borgonovo non può capire lo smacco che si subisce dopo una simile sconfitta. Non si tratta di un semplice gioco. C’è in ballo l’onore, la reputazione e il prestigio della contrada. Non importa se sei dei Gogn, dei Ratt Barbastela, degli Anarön, dei Biss o dei Vulp. L’obiettivo ultimo è per tutti quello di battere i Mansò e recuperare l’onore perduto. Tuttavia, in un palio incentrato su giochi in stile “World Strongest Man” (vedi spingere un pullman, far rotolare la ruota di un trattore, tirare la corda…), è veramente dura pensare di competere con i ragazzoni delle frazioni, cresciuti a pane, balloni d’erba e ranghinatori.

Così, gli avversari stanno già escogitando escamotage al limite del lecito. Si parte dal far ubriacare i più forti della squadra a poche ore dall’inizio del palio, si passa per le purghe ai campioni dei Mansò, fino ad arrivare a chi ha pensato di immolare le sorelle per sfinire i giocatori la sera precedente.  La vera domanda è allora: riusciranno i contradaioli nel loro intento di sabotare i Mansò, o i rappresentanti delle frazioni riusciranno comunque a portarne a casa due sul campo? Se siete curiosi venite a Borgonovo il 2 giugno, alle ore 17.30, in Piazza della Rocca sotto l’Üslon e lo scoprirete. E vi renderete anche conto che giocare contro i Mansò è di gran lunga peggio di essersi trovati il Barcellona in finale di Champions League.

 

TESTO: CATERINA MASCARETTI; FOTOGRAFIE: ARCHIVIO BATUSA

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