Il mondo è un posto strano. Terribilmente strano. Poi, come diceva Mia Martini, anche la gente è strana. Forse persino più strana del mondo stesso. Ed è talmente strana che arriva spesso al punto di fare qualsiasi pur di piacere agli altri. E per fare ciò, a volte, cerca in tutti i modi di rendersi simpatica. Così c’è il macellaio che, nel venderti un petto di pollo, ti propone la freddura: “Mi dà una colomba motta?”. “E che la voleva, viva?”. E tu decidi di diventare vegano. Entri in un negozio di elettrodomestici e ti dicono: “Nuovo frigorifero lanciato sul mercato: due morti e tre feriti”. E decidi di abbracciare la filosofia amish. Vai al bar, d’inverno, e il barista esordisce con un “Ragazza stufa scappa di casa, i genitori muoiono di freddo”. Capisci che puoi vivere anche senza caffè. Ma quando ti rendi conto che ormai sei arrivato in fondo, e sei stato costretto ad ascoltare le battute peggiori di tutti i tempi, e hai anche dovuto accennare un sorriso per non essere scortese, arriva il colpo finale. Hai appurato che i macellai non fanno ridere. Che i venditori di elettrodomestici devono andare avanti a propinarti delle lavatrici. E che i baristi sarebbe meglio se fossero muti, soprattutto alle 6 di mattina. Tuttavia, nutrendo ancora una certa stima per l’umanità, ti convinci che ci siano ancora categorie immuni da questa finta simpatia contagiosa. Fra queste categorie apparentemente serie si è propensi a far rientrare gli assicuratori. Specialmente se fanno parte di un fantasmagorico gruppo italiano, con sede a Trieste, ma che opera in tutto il mondo. Poi, però, un giorno arrivi a casa. Apri la cassetta della posta. Trovi una lettera: Generali. Il leone alato che ti guarda, e tu che pensi se hai fatto qualche incidente nei mesi precedenti. Ti fai coraggio e, mentre sali le scale, apri la busta. Sei ormai rassegnato a dover prosciugare il conto corrente per far riparare la Rolls Royce della regina Elisabetta, quando ti appare un fumetto. Ti fermi. In un attimo capisci che è finita. Ma non sei ancora persuaso. E inizi a leggere le vicende del signor Prudente e famiglia.
Scena 1: Esterno, inverno, pista da sci.
La famiglia Prudente ha malauguratamente deciso di andare a sciare. Ovviamente si è portata appresso anche quell’interdetta incapace di mamma Prudente, la quale si è schiantata contro un manipolo di sciatori. Commento di Generali: “Che groviglio di gambe… da riparare per sé e per gli altri!”. Vignetta nella quale è raffigurata mamma Prudente in un’orgia di gambe rotte, braccia con fratture esposte e sci distrutti.
Scena 2: Interno, soggiorno.
La famiglia Prudente al completo è riunita, cane compreso (il più intelligente della famiglia), in salotto. Si intrattengono con i prodigi della tecnica. Ma quella furbona di mamma Prudente, che “è sempre connessa, ma disattenta”, probabilmente cliccando su “Vuoi vedere le foto della cellulite di Bianca Balti?”, ha fatto folgorare il computer, perdendo inesorabilmente tutti i dati. Destino non meno gramo ha colpito il signor Prudente, il quale, probabilmente a seguito di quelle brutte frequentazioni notturne al locale di lap dance, ha subito il furto del cellulare “…e anche dell’identità”.
Scena 3: Interno, bagno.
La signora Prudente, donna astuta anziché no, decide di asciugarsi i capelli con il phon nel bel mezzo di una pozzanghera profonda come una piscina olimpionica. Inevitabilmente dall’avere “una piega mossa”, si trova “scossa”.
Scena 4: Interno, ospedale.
Il signor Prudente è sdraiato in un letto d’ospedale, in trazione completa. È ingessato da capo a piedi, che neanche Tutankhamon. La figlioletta gli scarabocchia la sua personalissima Colonna Traiana sul gesso, mentre lui rimembra quando, per aiutare la moglie a montare le tende, è caduto rovinosamente dalla scala sfracellandosi al suolo.
Scena 5: Esterno, cortiletto di casa Prudente.
L’incipit recita: “Tempo di vacanze, ma tempo di ladri”. E qui ci si chiede se ci si riferisca ai cosiddetti topi d’appartamento, o agli albergatori che infinocchieranno la famiglia Prudente, facendole pagare 700 euro una camera di un metro quadro in una topaia allucinante. Tuttavia, la vignetta prosegue con la spiegazione: “Come quella volta che hanno messo a soqquadro la casa: non solo il furto, ma anche i danni”. Questa sì che si chiama fortuna.
Termini la lettura capisci che la tua ostinazione ad avere ancora un briciolo di fiducia nell’umanità è soltanto un errore madornale. Appallottoli la lettera. Anche il leone sembra guardarti con aria rassegnata. Quest’anno affiderai tutte le tue polizze all’Allianz. Dicono che i tedeschi siano sempre seri.
TESTO e FOTO: CATERINA MASCARETTI
Be the first to comment on "LA FAMIGLIA PIÙ SFIGATA DEL MONDO"