UN CAPO SCOUT A SPETTINE

Ieri le testate piacentine hanno dato grande risalto alla bbbomba che, generosamente, ha concesso loro il premier, Matteo Renzi: “Venivo a Spettine coi boy scout”. Una dichiarazione che ha fatto molto piacere agli abitanti di Spettine, soprattutto in un momento come questo. Li abbiamo intervistati per vedere se si ricordavano del Renzi boy scout.
“Certo che me lo ricordo. Matteo arrivava sempre al campo in elicottero, faceva un giro e poi andava via”, spiega Pietro T. “Non posso dimenticare il Renzi boy scout”, dice con gli occhi lucidi Maria Teresa S. “Matteo era famoso perché era diventato capo coccinella senza passare per le votazioni. Semplicemente, si era eletto da solo. Era piccolo, ma si vedeva che avrebbe fatto strada”. “Matteo”, ricorda Paolo F., “non riusciva a imparare a fare il fuoco coi legnetti. Ricordo che una volta si rivolse a un suo amico, tale Angelino, e lo convinse a entrare in squadra con lui scherzando sul fatto che, se non avesse accettato, gli avrebbe tolto la sedia da sotto al sedere. Poi lo nominò suo vice finché Angelino non gli insegnò ad accendere il fuoco. Da quel giorno, Angelino non l’ha più lasciato”. “A Spettine”, dice Alice R., “Matteo era una vera istituzione. Certo, aveva un carattere forte, voleva sempre primeggiare e aveva qualche problema con la minoranza del Pd, le Piccole donnole, una squadra di bambini più giovani e meno potenti di lui. Alla fine, però, riusciva sempre a trovare un accordo”. Commozione anche per Mario G. “Una volta eravamo a Spettine e in quel periodo Matteo s’era messo in testa che voleva imparare l’inglese, perché diceva che un giorno gli sarebbe tornato utile. Mentre eravamo in escursione incontrammo un turista belga che s’era perso. Dato che non riuscivamo a capirlo, Matteo provò a dargli indicazioni in inglese per fargli ritrovare la strada di Bettola. L’hanno ritrovato tre mesi fa che vagava sulle Alpi Apuane in stato confusionale. Diceva frasi sconnesse tipo “ellò, aim Matteo, yu mast go streit end den wruait left end tis is Bettola, ok? Yu anderstend?”. Se fosse tornato in sé, sono convinto che oggi quel turista sarebbe molto felice di vederlo parlare in inglese coi potenti della terra”. “Una sera”, rivela Ambra D., “eravamo seduti attorno al fuoco. A un certo punto iniziamo a sentire dei colpi secchi: toc, toc, toc, toc. Mi alzai e andai a vedere. Matteo stava piantando delle vigorose martellate a un vecchio castagno. Gli chiesi: cosa fai? E lui: lo rottamo. Come posso dimenticarlo?”.

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