A Piacenza Chef Rubio non è ancora passato. Il cuoco da strada più famoso d’Italia, nel suo programma “Unti e Bisunti”, non ha mai sfidato a colpi di panino alla salamella Michele sulla Caorsana. Tantomeno il cavallo ed il minestrone di Milione. Ha pensato bene di prenderla larga e non fermarsi là dove c’era il Burghy e adesso crescono le maglie di H&M. Perché a qualche chilometro dalla città il cibo da strada è diventato una cosa seria. Il Rigo non ha tribali tatuati sulle braccia, nemmeno un passato nel rugby: è cresciuto a colpi di tortelli e musica lirica tra i fornelli ed il bancone della Trattoria Regina, una di quelle osterie dove se chiedi “affettati per due” ti portano tanta pancetta per almeno quattro persone. Uno di quei posti dove fino a qualche tempo fa il bagno era in cortile e dove si va per mangiare e non per fotografare il piatto.
Bastano i baffi, la coppola in testa e quella voce che profuma di piacentino appena varcata la soglia della sua trattoria. Al Rigo però bancone e cucina, dopo anni di servizio agli ordini di mamma e papà, non bastavano più. Si sentiva in dovere di liberare quegli anolini spesso relegati al ruolo di protagonisti soltanto nelle occasioni che contano di più. Quegli anvëin citati ogni volta che si prendono le curve con troppa velocità salendo verso Selva. Bastava un’Apecar (o era un’Apebar?) gialla tirata a lucido, un pentolone con litri di brodo da far bollire e anolini in quantità. La stessa quantità ingurgitata a Santo Stefano, per non deludere le aspettative di nonne e zie intente dalla mattina della Vigilia a sfornare tonnellate di pasta e ripieno. Il tutto nel padiglione dell’Expo, quello di Piacenza. Tra uno stand dove si vende carne di maiale ed un altro dove si balla la danza del ventre.
Rigo e compagnia hanno pensato bene di rivolgere il proprio mestolo non alle porcellane natalizie ma a dei semplici bicchieri di carta. Bastava aggiungere un piccolo cucchiaio di plastica immerso nel brodo fumante ed ecco l’anolino da passeggio. L’anvëin che fugge dal tavolo dell’osteria e diventa cibo da strada, l’anolino che festeggia non soltanto a Natale. Uno street food che non unge le dita e che, come direbbero i più anziani, «mette a posto lo stomaco». Altro che i panini bsonti del Mc. Davanti all’Apebar del Rigo sono passati in tanti, tantissimi. Giovani e meno giovani. Ed in tanti hanno posato con i baffoni, ormai diventati simbolo della trattoria di Quarto insieme alla corona.
TESTO e FOTO: NICOLÒ PREMOLI
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