LA DIGNITÀ MI FA MALE LO SO

E’ notte fonda. Una cavallo sfreccia per le vie di Piacenza. Uno strano figuro, incappucciato, vestito di nero, fende la nebbia. Il silenzio viene squarciato dal rumore degli zoccoli che stridono sul selciato. L’uomo è stanco. Ha fatto parecchi chilometri, ma non si fermerà sino a quando non avrà raggiunto la sua destinazione. E non avrà consegnato il messaggio che porta con sé.
Il cavallo percorre via Veneto, imbocca il Corso, inciampa nel cordolo, cade, si rialza, prosegue la sua folle corsa. E arriva sulla soglia di Palazzo Mercanti. Ad attenderlo c’è un messo comunale.

– Da questa parte, messere, vi stavamo aspettando.

Il sindaco, Paolo Dosi, ha le braccia incrociate sulla schiena e guarda fuori dalla finestra. Il lume di una candela gli riscalda la parte destra del volto. E’ ansioso, ma non lo fa vedere. E’ agitato, ma deve mantenere la calma. Quando bussano alla porta, sorride. Il messaggero è arrivato.
Dosi lo invita a entrare. Lui ringrazia e gli porge la busta. Il sindaco riconosce subito il simbolo impresso con l’anello sulla cera lacca: la lettera R. Il casato di Stefano Rodotà. In quella busta c’è il tema del prossimo Festival più palloso del mondo del Diritto.
Ieri, Dosi ha annunciato che il filo conduttore della prossima edizione non è ancora stato deciso. Il sindaco, però, aspetta che l’ideatore del Festival, che non è potuto essere a Piacenza per problemi di salute (a proposito: auguri di pronta guarigione), illumini la giunta col prossimo tema. Il Festival è la sua creatura. E mai Rodotà farebbe mancare il suo apporto.
Ora Dosi stringe la busta tra le mani. Attorno al grande tavolo del Municipio ci sono tutti gli assessori. Bomber Cisini gioca con le macchinine e fantastica su nuovi incroci col semaforo lampeggiante. Giulia♥ condivide qualcosa di sinistra su Facebook. Stefano Cugini si prende cura del suo famigerato zainetto. Francesco Timpano si fa un selfie storto.
Dosi tossisce. E cala il silenzio. Poi prende il tagliacarte e apre delicatamente la busta, facendo attenzione a non intaccare il sigillo con la R. Quando il sindaco sa di avere gli occhi della giunta puntati su di sé, legge, ad alta voce, il contenuto del messaggio.

– Caro Paolo, dopo solidarietà, unità e dignità ho finito la riserva di massimi sistemi che finiscono in à. Il tema del prossimo Festival del Diritto, quindi, sarà Rodotà. Ciaone.

Ciaone. Così moderno, eppure così amichevole, intimo, affettuoso. Dosi libera la giunta. Vuole restare solo. Prende un foglio di pergamena e intinge la piuma d’oca nel calamaio. Vuole rispondere in modo elegante ma semplice, istituzionale ma non troppo. Il sindaco pensa. Riflette. E comincia a scrivere.
Poche ore dopo, il cavallo squarcia l’alba di Piacenza. Il messaggero vola e porta nella bisaccia la risposta di Dosi. Rodotà la leggerà poco dopo:

– Caro Stefano, ok.

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