IBRA, LUISO, BENEDETTO

La rovega di Valtolina con la Roma e quelle di Piovani e Beghetto. Soprattutto le rovesciate di Luiso col Milan e di Benedetto in curva Nord. Ibrahimovic ha segnato un grande gol all’Inghilterra, ma per i tifosi del Piace non c’è paragone.

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Quel giorno Armando Alessandri mandò in onda il replay con la colonna sonora di un film western. Una decina di volte da tutte le angolazioni, sempre la stessa rovega: quella di Pasquale Luiso. Armando Alessandri merita una puntata a parte sull’Eco della A, la trasmissione di Telelibertà dedicata al Piacenza che lo rese immortale tra i tifosi biancorossi. Qui si parla di rovesciate. Quella di Zlatan Ibrahimovic contro l’Inghilterra è stata definita come uno dei gol più belli della storia del calcio (dopo il solito di Maradona, uno contro tutti, sempre con l’Inghilterra). Ibra l’ha messa da quaranta metri dopo un’uscita sbagliata del portiere. Si è girato di spalle, ha guardato il pallone e ha fatto una di quelle mosse di kung fu che da ragazzino gli venivano buone per rompere il culo ai bulli del quartiere. Un grande gol. Bellissimo. Ma per i tifosi del Piace non c’è paragone con le roveghe di Luiso e Benedetto. Quel giorno era il primo dicembre 1996 e il Piacenza giocava contro il Milan di Tabarez. Sono le 16,30 ed è il 71′. Arriva un cross dalla destra, Luiso controlla di petto, tiene dietro Franco Baresi, si alza il pallone e, chissà perché, sforbicia. La parabola cade all’incrocio. Gol e 3-2 per il Piace. Ovviamente il video è su Youtube con la finta telecronaca di un tifosi biancorosso che urla “un gol pazzesco di Pasquale Luiso!”. Quella è la Rovega. Per i tifosi del Piace non ne esistono altre, neppure quella di Ibra.

TRA VERITA’ E LEGGENDA: LA ROVEGA DI BENEDETTO

Ci sarebbe pure la rovega di Fabian Valtolina con la Roma, oltre a quelle di Gianpiero Piovani e Gigi Beghetto. Insieme a quella di Luiso,però, l’emblema della rovega a Piacenza è quella di Benedetto sugli spalti della curva Nord. Quel gesto atletico sta tra verità e leggenda. Si racconta che un bel giorno Benedetto fece un paio di palleggi, si alzò il pallone e, su invito dei tifosi, fece una rovega sui gradoni di ferro rischiando la paralisi. Da quel giorno i tifosi biancorossi iniziarono a intonare “Benedetto facci la rovega!”. “Saranno stati i tempi dell’ultimo Piacenza di Titta Rota, o forse il primo di Gigi Cagni. Era la vigilia di una partita importante, non ricordo quale. Andai allo stadio in bicicletta con un paio di amici – ha raccontato alla Batusa un tifoso del Piace – e vidi sotto la curva Nord una porta da calcio disegnata col gesso. Poi notai uno strano personaggio che palleggiava a dorso nudo. Si alzava il pallone e faceva le rovesciate sul cemento cercando di fare gol in quella porta immaginaria. Era pieno di escoriazioni e lividi. Sanguinava dappertutto. Anni dopo lo conobbi di persona. Era Benedetto”. Benedetto è ancora lì, anche se palleggia senza più fare rovesciate. Gli anni passano per tutti. Pasquale Luiso, per tutti il Toro di Sora, ha cambiato numero di telefono. Abbiamo provato a chiamarlo per chiedergli se è più bella la rovega di Ibra con l’Inghilterra o la sua col Milan. “Il numero da lei chiamato è inesistente”. Peccato. Però è facile immaginare che cosa avrebbe risposto: “Bello, stai scherzando? Vatti a rivedere il mio gol. Non c’è paragone, bello”.

filippo.merli@labatusa.it

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