LA VALIGIA DELL’INVIATO

Il giornalista Gianfranco Salvatori torna in Libano al seguito dei Pontieri piacentini. In questi giorni è impegnato a preparare i bagagli: computer, macchina fotografica e blocchetti. Rasoio e schiuma da barba si trovano nelle basi militari.

GIANFRI

FOTO: ARCHIVIO SALVATORI

Nella valigia dell’inviato c’è giusto lo spazio per la schiuma da barba. “Meno cose ci sono e meglio è” dice Gianfranco Salvatori, ex caposervizio della Cronaca e collaboratore del Piacenza.it che a metà dicembre tornerà in Libano – c’era già stato nel 2009 – al seguito dei Pontieri piacentini impegnati in una missione dell’Onu. Avevamo raccontato la storia di Gianfranco un paio di mesi fa. Il pezzo (vedere per leggere) si intitolava “Il giornalista con gli anfibi”, e parlava dei luoghi – oltre al Libano anche Kosovo e Afghanistan – in cui Gianfranco è stato per scrivere articoli di giornale e scattare fotografie da elicotteri e mezzi corazzati. “Questa missione – dice alla Batusa – prosegue dal 2006. Io andrò in Libano con i Pontieri piacentini, che per la prima volta avranno il compito di sminare i terreni”. Prima di partite Gianfranco studia la situazione politica del Paese da cui dovrà mandare i pezzi, s’informa sulla popolazione e si documenta sulla storia. L’area, sempre ricca di tensioni, in questo periodo ha vissuto il riacutizzarsi della crisi tra israeliani e palestinesi (con bombardamenti e lanci di razzi) e la crisi che sta vivendo il popolo siriano con la guerra civile (molti i profughi che sono riparati in Libano). Poi prepara la valigia dell’inviato. “Non bisogna prendere su troppe cose, anche perché nella base militare in cui alloggerò c’è tutto l’occorrente di cui ho bisogno”. Compresa la schiuma da barba. E gli attrezzi del mestiere? “Beh, ovviamente il computer e la macchina fotografica. E poi qualche blocchetto per gli appunti. Fine. Anche qui è meglio non portare troppo materiale”.

NEGOZI PER SOLDATI

Vita del giornalista embedded, il giornalista di campo che spesso si muove in teatri di guerra. La tensione, però, non si fa sentire. “No, i giorni che precedono la partenza sono dedicati alla preparazione dei documenti e di tutte le altre cose di cui potrei avere bisogno. Per tutto il resto ci sono i negozi per i soldati in cui puoi trovare veramente di tutto. Per quanto riguarda il lavoro, oggi le basi sono attrezzate con la sala stampa e col collegamento wi-fi. Non ci sono problemi, si riesce a spedire in pezzi senza alcuna difficoltà”. Gianfranco resterà in Libano per due settimane e passerà il Natale là, con i Pontieri piacentini. Con la macchina fotografica al collo e la schiuma da barba in valigia.

filippo.merli@labatusa.it

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