VECCHIO SPETTACOLO SOTTO AL BIG BEN

Questa è una storia di birre da 33 e negozi di arredamento dalle parti di Buckingham Palace. Nel 1972 Leonardo lasciò Piacenza per Londra, “dove potevo vivere la mia omosessualità senza discriminazioni”. E’ tornato trent’anni dopo in seguito alla morte del suo compagno. Ora beve birra, fuma Ms e legge una decina di giornali al giorno. Ecco la seconda puntata di “Belle al Bar”.

LEONARDO

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: IDEM

Leonardo beve una decina di Heineken e fuma tre pacchetti di Ms al giorno. Legge quasi tutti i quotidiani nazionali, oltre a Panorama, l’Espresso e la rivista Studio, la sua preferita. Leonardo è un tipo strano. Porta un cappello rotondo, un cappotto elegante col pelo sul collo e cammina appoggiato a un bastone di legno scuro. Tempo fa aveva i capelli sulle spalle e la barba lunga, poi, chissà perché, ha deciso di darci un taglio. Parla un italiano corretto, forbito, cita lunghi passi di Voltaire e s’incazza quando i giornalisti riportano le frasi di Tolstoj e Dostoevskij spacciandole per proprie. Quella di Leonardo è una storia interessante. Lo incontriamo in un bar, è seduto fuori nonostante il freddo e sta bevendo il solito, Heineken in bottiglia. Ormai al barista di fiducia basta un cenno: Leonardo solleva il bicchiere e alza leggermente lo sguardo. E’ il segnale. “Un’altra”. Ha iniziato a bere birra a Londra, dove la birra si misura in pinte e dove nessuno si scandalizza se ne scoli una decina prima di cena. “All’epoca buttavo giù anche parecchio whisky, poi ho pensato che forse era meglio smettere”. Parla con un filo di voce e il motore delle macchine che passano in strada interrompono spesso il suo racconto, che inizia a Piacenza nel 1972. All’epoca Leonardo aveva 22 anni. “La situazione italiana e piacentina, a quei tempi, era piuttosto problematica. Gli omosessuali – dice Leonardo alla Batusa – erano discriminati, soprattutto se la famiglia occupava ruoli importanti all’interno della società. C’era il timore di ricatti e ripercussioni. E io, che sono omosessuale, decisi di trasferirmi in Inghilterra, a Londra, un Paese molto più liberale del nostro. Lì tutto veniva considerato normale, ognuno rispettava gli altri e si faceva i fatti suoi”.

BOMBE IRLANDESI E GUARDIE DEL CORPO

Il compagno di Leonardo era piacentino, ma viveva a Londra. Leonardo lo raggiunse e insieme aprirono tre negozi di arredamento dalle parti di Buckingham Palace. “Il bello era che non dovevi rendere conto a nessuno di quello che eri e di ciò che facevi. In Inghilterra ci siamo trovati bene fin da subito. Non c’era alcun pregiudizio nei confronti degli omosessuali. Sono stato a Londra trent’anni, i migliori della mia vita. Io e il mio compagno potevamo vivere la nostra omosessualità in maniera libera, senza problemi. Alla gente non interessava con chi andavi a letto e non ti guardava in modo strano se camminavi mano nella mano col tuo compagno. Uscivamo di casa al mattino presto e tornavamo alla sera, facevamo colazione nel solito bar e nessuno ci ha mai detto nulla. Eterosessuali e omosessuali convivevano senza problemi”. In quegli anni è nata la passione per i giornali. Leonardo ne sfogliava diversi: era il modo migliore per imparare l’inglese. “Leggevo, guardavo, poi traducevo dall’inglese all’italiano. Nel giro di sei-sette mesi non avevo più bisogno di tradurre”. Leonardo tornava spesso a Piacenza, il tempo necessario per avere nostalgia di Londra. “La situazione era peggiorata. Piacenza era ed è tutt’ora una città piccola, pettegola, e non mi invogliava a restare. L’Inghilterra era un’altra cosa, anche se a quei tempi era sotto la minaccia irlandese: quando sparivano i cestini della spazzatura dalle strade capivi che c’era il pericolo di bombe e attentati. Io e il mio compagno avevamo la stessa sensazione quando le guardie del corpo di un giudice che abitava accanto a noi  aumentavano”. Leonardo torna definitivamente a Piacenza nel 2000, dopo la morte del suo compagno. “Ora vivo solo e non lavoro. Leggo libri e giornali, m’informo, cerco di stare al passo coi tempi. Bevo e fumo. Sono omosessuale, ma non sopporto l’esibizionismo in stile Gay Pride. Mi infastidisce”. Leonardo spegne la sigaretta nel posacenere, sfila gli occhiali da lettura e solleva il bicchiere con un gesto discreto. E’ il segnale. “Un’altra”.

Qui trovate la prima puntata di “Belle al Bar”

Share

Be the first to comment on "VECCHIO SPETTACOLO SOTTO AL BIG BEN"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi