VIVA LA FUGA

A un certo punto arriva un pallone dalla destra. Il portiere spinge compagni e avversari e grida “mia!” come gli hanno insegnato nei Pulcini. Solo che stavolta il pallone scivola e Arena segna il gol che cambia la partita. Alla fine i giornalisti controllano i risultati dell’Eccellenza e scoprono che i biancorossi sono a più 6 dalla Correggese.

PIACE PONTENURE

FOTO: FACEBOOK

C’è un tale vestito da portiere. Porta una maglia fosforescente, il numero uno sulle spalle e sputa sui guanti prima di un calcio di punizione. Sa fare il suo mestiere, un paio di volte usa mani e piedi per respingere il pallone e guida la difesa con autorità. Ma la sfiga aiuta gli audaci, e quando al 36′ del secondo tempo spinge compagni e avversari per uscire e grida “mia!”, come gli hanno insegnato a fare nei Pulcini, la palla scivola e Arena segna il gol del 2-1 per la Lupa. Ora tutti guardano Arena che va a fare festa col resto della squadra sotto il settore degli ultras e nessuno si fila più quel tale vestito da portiere che smadonna a testa bassa e prende a calci il palo. Quel tale si chiama Corradini, è il portiere titolare del Colorno e ha appena fatto una cazzata memorabile, che nel luogo comune pallonaro, chissà perché, si chiama papera. Che cosa sia successo in quella frazione di secondo, quando senti il peso del mondo che ti schiaccia mentre la palla sta entrando in rete dopo un errore, non lo sa neppure Corradini. Gianni Brera diceva che i portieri hanno una speciale forma mentis, che sono pazzi coi guanti legati col velcro. Il portiere è l’unico singolo in un gioco di squadra. Fa il suo lavoro quando para e spesso è il primo colpevole quando prende gol. Fino a quel punto, fino al 36′ del secondo tempo, Corradini era stato perfetto. Aveva preso gol da Volpe, d’accordo, ma non era stata colpa sua. Poi aveva fatto un paio di buone parate su Marrazzo. Il risultato era sull’1-1, e probabilmente non sarebbe mai cambiato se Corradini non avesse perso quel pallone che ormai era già suo. Ce l’aveva in mano, lo stringeva quasi al petto e tifosi e giornalisti ormai stavano guardando dall’altra parte del campo, pronti a veder spiovere il pallone dopo il rinvio. Solo Marco Arena, che guarda il pallone anche quando è negli spogliatoi, ha creduto in una palla praticamente andata. E’ rimasto lì, ha aspettato la papera ed è stato ripagato. Gol.
Non è stata la Lupa di sempre, quella di ieri. Non è stata brillante, non ha giocato come al solito e alla fine – se non fosse stato per la papera di Corradini e per il terzo gol di Fumasoli – tutti avrebbero detto e scritto che il pari sarebbe stato giustissimo. La cosa divertente dell’Eccellenza è che puoi incontrare tizi come Roncarati, un attaccante di 37 anni che da queste parti non conosceva nessuno, se non i massimi esperti di calcio dilettanti che conoscono anche la storia della nonna del bomber del Cadeo. Questo centravanti con i calzettoni sopra al ginocchio sa giocare a calcio. Lo si è capito dopo tre minuti, quando ha preso la traversa su punizione, e la conferma è arrivata nella ripresa, un minuto dopo il vantaggio di Volpe, quando ha segnato l’1-1. Da solo ha creato diversi problemi alla difesa della Lupa e alla fine della partita è stato il primo a consolare il povero Corradini, che guardava in alto e domandava al cielo “perché proprio io?”. Nel frattempo sugli spalti cominciava la festa, con la solita messa di Davide Reboli e i giovani curvaioli che arrotolavano gli striscioni. Nel gabbiotto riservato alla stampa i giornalisti si collegavano su internet e controllavano i risultati delle dirette concorrenti. Scoprivano che la Lupa era a più 6 dalla Correggese. Anche loro, come i tifosi, pensano solo alla fuga.

 filippo.merli@labatusa.it

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