GRANDI MAGAZZINI

Prima la domenica era il giorno della messa, adesso è il giorno del Galassia. Lei prova scarpe col tacco che non si può permettere, lui resta ore a intortare l’addetto per un televisore 72 pollici grande come la parete della bettola in cui è in affitto. Ecco la prima puntata della nostra piccola inchiesta settimanale.

GALASSIA

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: IDEM

Una volta c’era la messa. Alla domenica mattina facevi il bagno e giocavi coi soldatini – poi è arrivato Action Man e non è stata più la stessa cosa. La mamma indossava il vestito elegante, si truccava davanti allo specchio e dava dell’incapace al papà perché non trovava la camicia nel secondo cassetto – lei arrivava e, chissà perché, la trovava subito. Quindi uscivi, la mano destra nella mano della mamma e la mano sinistra nella mano del papà, e andavi in chiesa. Salutavi i compagni di scuola, la mamma ti dava una piccola moneta per l’offerta e ti sedevi nelle prime file accanto agli amici. Sapevi tutte le preghiere a memoria, le avevi imparate al catechismo, “ave maria piena di graz..” (qui il tuo vicino di posto ti bollava per chiederti se al pomeriggio volevi andare a casa sua), facevi la comunione con le mani giunte e cantavi le litanie insieme col coro. Poi la messa finiva, e mentre gli altri andavano in pace tu andavi all’oratorio a giocare a pallone e a comprare le giuggiole. Delle ragazze neanche in nota. Non te ne fotteva niente. Poi tornavi a casa e pranzavi con tutta la famiglia. Adesso, però, la messa è passata di moda. Non va più. E’ da sfigati. I giusti alla domenica vanno ai grandi magazzini a smanettare sui computer della Apple e sui telefoni di nuova generazione che tanto non potranno mai permettersi. Però sono lì, sono belli, non sono noiosi come la messa e sono molto fighi.

VEDERE E NON COMPRARE

Alla domenica i centri commerciali sono sempre aperti e sono sempre pieni. Per trovare parcheggio devi pirlare mezz’ora, intanto che cerchi il posto pensi “che cazzo ci fa tutta ‘sta gente?” senza mai renderti conto che fanno esattamente quello che fai tu: niente. Semplicemente, il giro al centro commerciale alla domenica è il nuovo rito, la nuova tradizione. Forse lo fanno per noia, forse lo fanno perché lo impongono le mogli, forse è una nuova forma di autolesionismo: “Oh, c’è l’iPhone 5! Ma è straordinario! Ma quanto è veloce! Peccato che sia disoccupato e non possa comprarlo…”. Quando hai trovato parcheggio e hai trovato un punto di riferimento per ritrovare la macchina quando esci, varchi la porta girevole e senti le voci. Bambini che ridono, bambini che piangono, coppie che discutono, gente di fretta (chissà dove devono andare alla domenica), fidanzati che limonano (tanto non durerà), un insieme di voci che formano un brusio permanente e fastidioso. La radio passa un pezzo di Cesare Cremonini, che è anche peggio del brusio, e tutti spingono carrelli vuoti. A quel punto le coppie si dividono: lei va nei negozi a provare scarpe col tacco e a ridere da sola, lui va al Mediawordl a flagellarsi. Prima guarda la televisione 72 pollici – grande come la parete della bettola in cui è in affitto – e chiede informazioni all’addetto tanto per rompergli i coglioni: “Quanto costa? Uhm, uhm. E’ 3D? Uhm, uhm. E’ al plasma? Bene, bene, è al plasma. La consegnate direttamente a casa? Ottimo, ottimo, perfetto. Ritirate voi il vecchio televisore? Fantastico, fantastico. Bene, benissimo. Grazie, arrivederci”. E l’addetto, che già sentiva il bancomat strisciare, ci resta malissimo e si mette a sistemare scatoloni. Poi passano ai Mac della Apple. Aprono cartelle a caso, provano a scrivere, lo chiudono, lo riaprono, lo girano, lo rigirano. Vedere e non comprare. Poi arrivano al reparto telefonia: prendono l’iPhone e il Galaxy e fanno passare ogni applicazione. Poi si allontanano a mani vuote, invidiosi per quelli che sono alla cassa col loro telefono nuovo, chissà che lavoro fanno, chissà quanto guadagnano, sicuramente evaderanno il fisco. Ultimo giro: prova generale della Playstation 3, accanto a bambini di 7 anni che gli fanno il culo a Fifa a occhi chiusi. Dopo un 3-0 senza storia, escono.

MOBY DICK E’ MONTATURA DI GREENPEACE

Di nuovo insieme, lui e lei. Salto in libreria. Lui sfoglia Moby Dick per fare il figo, intuisce dal retro della copertina che è la storia di un tizio che dà la caccia a una balena, ma è convinto che sia una montatura ideata dai volontari di Greenpeace per sensibilizzare la gente sulle stragi dei cetacei; lei legge l’ultima opera di Benedetta Parodi, ma crede sia più brava Antonella Clerici. Anche la domenica finisce, e prima che finisca bisogna andare al supermercato a comprare cose inutili. Qui i vecchi sono fenomenali: convinti di essere perennemente fregati sui prezzi, comprano solo quello che è in offerta, anche se poi non se ne fanno niente. Allora riempiono il carrello di carta igienica a 1,90 e grissini Fagolosi a 0,80. Vanno al banco frutta, tastano qualsiasi cosa, bollano le mele e poi si lamentano perché costano troppo e alla fine le lasciano lì. La coppia vaga. Lei soppesa i barattoli di marmellata, lui si trascina stancamente e pensa ancora a quanto sarebbe migliore la sua vita con un televisore 72 pollici in salotto. Fanno spesa, poca roba, non hanno soldi, fanno quattro chiacchiere con gli amici incontrati nel reparto alcolici e fanno un’ora di fila alla cassa per due scatolette di tonno (in offerta). Quindi girano i tacchi ed escono. Vanno a recuperare il nonno parcheggiato precedentemente nel reparto bricolage, accanto a tagliaerba miracolosi e trapani incantevoli. Cercano la macchina, danno l’euro del carrello al marocchino, partono, mettono la musica a palla e non si parlano. Almeno in chiesa c’era silenzio.

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1 Comment on "GRANDI MAGAZZINI"

  1. antonella maccoppi | Gennaio 17, 2013 at 12:04 pm | Rispondi

    foto perfetta della “nuova domenica ” italiana…ma mi permetto di aggiungere il finale:LA PIZZA SERALE
    arrivo in pizzeria,strapiena.Lui si guarda attorno per cercare un tavolo e commenta “per fortuna che c’è la crisi…mi sa che c’è solo a casa mia” e intanto però è lì anche lui…finalmente si siedono,studiano per un’ora il menù (tanto prendono la stessa pizza da anni) mangiano ,non parlano se non per commentare i vicini di tavolo..escono.Lui riguarda dieci volte lo scontrino,è un furto,salgono in macchina.Una volta a casa.eccoli davanti al televisore…domani è lunedì..FINALMENTE!!!!

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