LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

Cronaca della terribile giornata di Maria Vittoria Gazzola, la giornalista inviata a Bettola da Libertà per il più classico e banale dei reportage. Purtroppo le cose sono andate diversamente da come si pensava, e la povera MVG, nel deserto di Bettola, è stata costretta a bere tisane e a riempire una pagina col nulla cosmico.

gazzola ok

Ce li immaginiamo seduti attorno a un tavolo a bere caffè. Qualcuno giocherellava nervosamente con la biro, qualcun altro fingeva di prendere appunti. Poi, a un certo punto, un redattore deve aver avuto l’illuminazione: mandiamo qualcuno a Bettola per un resoconto dettagliato dell’euforia che si scatenerà appena vincerà Bersani. E’ la più classica e la più banale delle idee giornalistiche, il reportage che tutti i lettori sanno di trovarsi il giorno dopo quando aprono il giornale. Non dev’essere stato facile trovare un volontario disposto a farsi 35 chilometri di curve con la neve ai bordi delle strade per intervistare il meccanico del paese, ma alla fine Maria Vittoria Gazzola (d’ora in poi MVG) si è immolata per la causa ed è partita alla volta di Bettola. In fondo doveva essere un gioco da ragazzi: la giornalista di Libertà, appena Bersani sarebbe diventato premier, avrebbe dovuto chiedere qualche battuta qua e là e descrivere l’atmosfera che la circondava. Negli uffici di via Benedettine devono aver calcolato tutto alla perfezione: con ogni probabilità Bersani ce la farà e noi, che siamo lo storico quotidiano della città, dobbiamo assolutamente avere uno dei nostri nel paese del futuro premier. Così hanno spedito MVG a Bettola in missione speciale insieme col corrispondente Cristian Brusamonti – che almeno era già là – e al fotografo Marina.
MVG dev’essere arrivata a Bettola di buon ora. Il paese dev’essere stato deserto e la giornalista di Libertà deve aver cercato riparo nell’unico bar aperto per proteggersi dal freddo con una tisana bollente. Quindi si è diretta ai seggi, dove ha incontrato i reporter di Rai Tre e di Repubblica Tv che evidentemente avevano ricevuto lo stesso incarico dai rispettivi superiori – anche qualche altro sito piacentino aveva avuto la stessa idea, ma alla fine, visti i risultati che stavano maturando, ha pensato bene di risparmiare un viaggio inutile allo stagista di turno. Insieme hanno seguito lo spoglio, con MVG che aveva già l’articolo in canna, pronta a raccontare l’esplosione di gioia del paese e dei parenti di Bersani.
Purtroppo per lei le cose sono andate diversamente: a Bettola ha vinto Berlusconi e MVG ha dovuto cambiare in fretta i suoi piani. Si è ritrovata lì col paese vuoto, con Bersani che non ha ottenuto la maggioranza al Senato e col centrodestra che ha vinto a casa sua. Ma MVG ormai doveva inventarsi qualcosa per portare a casa il pezzo: in redazione avevano tenuto una pagina libera e in qualche modo quella pagina andava riempita. MVG ci ha provato, ma dall’attacco del suo articolo pubblicato oggi a pagina 15 si capisce che è stata davvero dura: “Nella sonnolente Bettola, ancor più raffreddata dalla nevicata, queste elezioni sono passate quasi inosservate”, in cui si capisce che quel “quasi” è messo lì per disperazione, per dare un minimo di senso a un pezzo basato sul nulla cosmico. La giornalista di Libertà ha ripiegato sull’intervista una vecchia insegnante di Bersani – 94 anni – che ha raccontato com’era Pier Luigi al tempo delle elementari, un amarcord visto e rivisto mille volte su Libertà. Poi ha raccolto le impressioni di un ex compagno di classe del segretario del Partito Democratico che ha raccontato dei bei tempi in cui lui e Bersani giocavano a biglie. Quindi, da giornalista esperta qual è MVG, ha riempito anche il box riservato alla stampa nazionale presente in paese e alla cronaca dello scrutinio vissuta ai seggi di Bettola.
MVG doveva spedire in redazione un grande resoconto del trionfo di Bersani, un articolo pieno di clacson e spumante, invece è tornata con un’intervista alla maestra di Bersani. Anche lei, alla fine, ha dovuto ammettere quello che i risultati delle elezioni hanno confermato: “Ancora una volta vige la regola della prudenza e della scaramanzia. Non senza una buona dose di disinteresse verso l’illustre segretario del Pd”. Ma l’importante era portare a casa il pezzo.

filippo.merli@labatusa.it

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3 Comments on "LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI"

  1. ahahahaha…. poveraccia!

  2. La cosa più triste, poveretti, sono i singhiozzi di Gaetanino nostro e colleghi: ieri sera arrivavano fino in periferia. E le vendite calano…

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