EFFETTO LUPA

Ieri i giornalisti presenti al Garilli hanno avuto qualche problema per riempire una pagina col taccuino vuoto. Ai biancorossi basta un gol di Arena, al Castellarano basta non prenderne più di uno: è l’effetto Lupa, la squadra che costringe gli avversari a essere soddisfatti per aver perso solo 1-0.

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FOTO: FACEBOOK

Alla fine i giornalisti hanno guardato il taccuino. Vuoto. C’erano solo un paio di annotazioni, un bel colpo di testa del centravanti del Castellarano e il gol di Marco Arena. “Che si fa?” devono essersi domandati al momento di buttare il giù il pezzo. C’era uno spazio abbondante da riempire e nulla da raccontare. Così sono dovuti ricorrere al piano B, che comprende un commento approfondito e qualche descrizione dei particolari che solitamente vengono ignorati per dare spazio alla cronaca. Corrado Todeschi di Libertà, per esempio, a un certo punto ha smesso di guardare quello che accadeva in campo e si è concentrato sulla panchina: “Volpe, Passera, Marrazzo sono i rincalzi del giorno. Basta probabilmente questo dato per far capire quale e quanto sia il divario che la Lupa può vantare sul resto della truppa”. L’osservazione è giustissima e rende bene l’idea: probabilmente solo una squadra formata dai panchinari della Lupa potrebbe impensierire la Lupa. Per il resto il campionato di Eccellenza sta diventando di una noia mortale. Ormai le squadre che arrivano al Garilli si accontentano se perdono 1-0. Ieri il Castellarano ha fatto proprio così: dopo il colpo di testa di Notari respinto da Ferrari ha subito il gol di Arena e ha praticamente rinunciato ad attaccare. Logica vuole che quando vai sotto hai una reazione di pancia che ti porta ad alzare il baricentro e a rischiare la goleada per cercare il pari, ma il Castellarano ha preferito lasciar perdere e tornare a casa quasi soddisfatto per averne preso solo uno. E’ l’effetto Lupa: talmente superiore agli avversari che gli avversari non si scoprono neppure quando vanno in svantaggio.

ZEMAN O MOURINHO?

E’ l’eterno dibattito tra divertimento e risultato. O sei Zeman e giochi con la difesa a centrocampo anche nella finale di Champions League rischiando di prenderne cinque oppure sei Mourinho e per passare il turno con l’Inter giochi in undici nella tua area piccola al Camp Nou di Barcellona. Ieri la Lupa ha badato al risultato, anche perché in questi giorni i giocatori sono stati messi sotto dal preparatore atletico per evitare un calo fisico più avanti, quando la Lupa dovrà chiudere definitivamente i conti. Prima o poi arriva il momento di mettere da parte il gioco per ottenere il massimo col minimo sforzo. Il momento della Lupa è arrivato: ora più che mai conta vincere per staccare definitivamente la Correggese e puntare alla vittoria del campionato con un po’ di anticipo. E poi se giochi male e vinci significa che sei davvero una buona squadra, anche se non occorreva la partita di ieri per avere la conferma delle potenzialità della Lupa, capace di andare in vantaggio con un’idea di Franzese e con un gol di Arena e di controllare la partita senza rischiare nulla. I tifosi si divertono così: vincendo. Il risultato finale conta di più di un’azione tutta di prima o di un paio di colpi di tacco consecutivi che però poi non si concretizzano. Ieri la Lupa ha vinto ancora e i tifosi hanno lasciato il Garilli felici di aver pagato il biglietto. Gli unici che hanno avuto qualche problema sono stati i giornalisti che sono dovuti ricorrere al piano B per riempire la pagina col taccuino vuoto. Ma anche loro, che conoscono i trucchi del mestiere, sanno che in fondo questa è una noia piacevole. Per i tunnel e i doppi passi c’è sempre tempo.

 filippo.merli@labatusa.it

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