DA TIZIANO CRUDELI A BOMBER CAMOZZI

Il bomber più famoso del calcio piacentino è opinionista fisso di “Goal Time”, la trasmissione di Telelibertà dedicata ai dilettanti. E’ il percorso che fanno tutti i calciatori e Bomber Camozzi ci è riuscito benissimo: sfrutta ciò che ha imparato guardando “Controcampo” e quando gli chiedono che cosa si prova a finire in panchina risponde “non so, a me non è mai successo”.

Jacopo Camozzi

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Bomber Camozzi mette in mostra i tatuaggi. E’ l’unico opinionista con le braccia ricoperte di strani ideogrammi delle emittenti locali del digitale terrestre. Gli altri hanno Tiziano Crudeli e Franco Ordine, noi abbiamo lui. E’ la nostra Bibbia pallonara, il nostro Giampiero Mughini, solo un po’ più lampadato. Telelibertà gli ha offerto l’occasione della vita e Jacopo Camozzi, l’unico, il solo, l’inimitabile Bomber del calcio dilettanti piacentino, non se l’è lasciata scappare. Così è diventato ospite fisso del programma di Daniele Losi, “Goal Time”, la trasmissione dedicata al pallone locale. Potrebbero anche evitare di chiamare la valletta e gli altri ospiti: Bomber Camozzi si prende la scena e non la molla più. Guarda fisso in camera, studia la posa migliore per far risaltare i bicipiti, sorride, parla. Deve aver visto talmente tante puntate di “Controcampo” che ormai conosce il lessico pallonaro alla perfezione. Ha tempi giusti e interviene sempre puntualmente, dice cose come “all’interno dello spogliatoio ci sono regole e gerarchie da rispettare”, fa domande pertinenti e si risponde da solo con grande naturalezza. Non è facile mettersi in poltrona e parlare di calcio per ore. Il calcio non è la politica, occorre essere competenti, bisogna sapere di che cosa si parla perché i telespettatori sono lì che non vedono l’ora di inchiodarti al primo errore. Allora Camozzi legge gli sms che scorrono in sovrimpressione e li commenta. Anticipa la reazione dei tantissimi appassionati che seguono “Goal Time”, quei mostri del calcio dilettanti creati dai giornali locali che si chiamano bomber tra di loro e fanno l’aperitivo al Nina con la tuta del Gossolengo. Bomber Camozzi li ha fregati tutti, è arrivato prima: ha anticipato la moda dei calzoni della tuta infilati nei calzettoni e del borsello di Luis Vuitton con dentro il telefono e il portafogli, è stato il primo a giocare col colletto rialzato alla Cantona, è stato il primo a farsi la cresta – quando El Shaarawy era ancora un pivello e Balotelli giocava in cortile – e a curare il look in maniera maniacale anche quando giocava e salutava il pubblico prima della sostituzione. Bomber Camozzi – o JC9, come lo chiama qualcuno ricalcando il soprannome di Cristiano Ronaldo – ha portato la sua esperienza di calciatore al servizio delle telecamere. Allora quando il presentatore gli domanda che cosa si prova quando si finisce in panchina lui accavalla le gambe e sorride: “Non lo so, a me non è mai successo”.

DA BOBO VIERI ALLE ESULTANZE AL BANCONE DEL BAR MADISON

Prima o poi doveva succedere. Quando gli anni si fanno sentire i grandi calciatori scelgono la televisione. Qualcuno fa il commentatore tecnico accanto al telecronista, qualcun altro diventa opinionista. Bomber Camozzi ha scelto la seconda strada, anche se continua a mandare baci alla tribuna e a buttarla dentro con la maglia del San Lazzaro. Daniele Losi fa televisione da una vita, conosce alla perfezione il pubblico di Telelibertà e si è scelto una spalla formidabile: al lunedì sera Bomber Camozzi commenta la moviola, “era rigore, il tocco c’è stato, vedi?, prende prima la gamba e poi la palla, per me è rigore netto”, poi dibatte di schemi e tattiche con gli altri ospiti. Ha un’idea su tutto e parla come un vero esperto. Sono lontani i tempi in cui cercava di ripercorrere le orme di Bobo Vieri ed esultava come Thierry Henry al bancone del bar Madison, “Titìììììììììììì Henry! 1-0! E’ forte Titì eh?”. Ora Bomber Camozzi discorre amabilmente di ars pedatoria, analizza le partite della Lupa e dell’Atletico Bp, studia i calendari, fa tabelle. Qualche volta lo mandano pure a fare le interviste a bordo campo, lui che conosce l’odore dell’erba e il rumore dei tacchetti meglio di chiunque altro. La sua storia di calciatore è un piccolo romanzo, qui ci concentriamo sulla sua nuova carriera di opinionista che conosce tutto di tutti i calciatori dilettanti di provincia e non solo. Ha giocato con tanti di loro, conosce punti forti e punti deboli delle squadre, sa a memoria risultati passati e carriere. Si presenta in studio con la maglia con lo scollo a V e le scarpe Nike con le stringhe fosforescenti, un po’ tamarro ma senza esagerare, come va di moda oggi. Gli occhi azzurri risaltano dal viso lampadatissimo e i tatuaggi sono un segno di distinzione con gli altri ospiti. Lo noti subito: quello è JC9, e allora ti metti ad ascoltarlo mentre parla di calcio, con tono deciso ma mai eccessivo, educatissimo, distante anni luce dai casinisti di Telelombardia o 7 Gold. Parte la sigla, le luci si alzano e la valletta presenta gli ospiti: è con noi Jacopo Camozzi. “Grazie Gaia, buonasera a tutti”. Ora “Goal Time” può cominciare.

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1 Comment on "DA TIZIANO CRUDELI A BOMBER CAMOZZI"

  1. Comunque vada a noi piace cosi lampadato anche se difficilmente tra i lampadatissimi d’Italia potrà mai superare a Carlo Conti… :D.

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