IL PAESE DEI BALOCCHI

Tiger è il paradiso del cazzeggio: cannucce lunghe mezzo metro, occhiali fluo, mantelle per la pioggia, espadrillas. Ormai è una tappa obbligatoria per tutti quelli che fanno le vasche sul Corso e vogliono dare un’occhiata a insetti finti e strani articoli per la casa.

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TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: IDEM

Tiger è il paradiso del cazzeggio. Volete un frisbee? Volete una confezione di insetti finti per finire la nonna con problemi di cuore? Oppure volete un pacco di “cannuccissime” lunghe mezzo metro per fottere il gin tonic agli amici? Se volete tutto questo e un sacco di altre cose inutili Tiger è il posto che fa per voi. Poi ci sono anche le cose utili, ma non interessano a nessuno. Perché Tiger, il nuovo negozio che si trova più o meno a metà del Corso, è il ritrovo dei perdigiorno che fanno le vasche in centro al sabato pomeriggio. Prima andavano al Mc Donald’s in via Venti a mangiare patatine e a bere Coca Cola annacquata, ora passano il tempo da Tiger a comprare occhiali fosforescenti da sfoggiare in discoteca. All’ingresso, per mettere le cose in chiaro, c’è una fila di mantelle per la pioggia con una giovane ragazza asiatica sulla busta. Accanto ci sono i coprisella per la bici e quegli strani aggeggi che servono per rinforzare le mani (ottimi per gli uomini soli). Nello scaffale davanti trovi occhiali da sole e da vista che arrivano fino a -4 (sempre per gli uomini soli). Costano 4 euro, odorano di petrolio e sono molto colorati. I giovani più estrosi, quelli che rispolverano mode vecchie di cinquant’anni, passano ore davanti alle espadrillas, quelle strane scarpe di stoffa che compaiono nelle foto del mare anni ’80. Per le ragazze, invece, c’è il reparto dedicato alla bigiotteria, con collane di perle di plastica e zirconi. Scaffale per gli uomini eleganti: papillon a 3 euro e linea “baffo”, dove ogni cosa ha i baffi. Spugna da bagno con baffi, borse con baffi, nastro adesivo con baffi, panno con baffi. Non hanno senso e sono bellissimi. Passate le teste di cavallo con bastone per giocare ai cowboy – e per rendere ancora più interessante un addio al celibato – c’è il reparto dedicato agli studenti del liceo Artistico: tempere, acquerelli, pennelli, pennarelli, pastelli, righe e compassi.

OCCHIALI FLUO PER I PESCI DEL SABATO SERA

La radio passa un pezzo dei Blues Brothers. Una tizia sulla trentina mostra divertita un adesivo di cerotto all’amica. Più avanti ci sono i frisbee e quegli antistess ripieni di farina che vendono sul litorale romagnolo. Questi antistress hanno una particolarità: quando li usa il voucumprà assumono forme meravigliose e mantengono la posizione. Quando li compri tu si rompono appena cerchi di farli sorridere. E ancora: bolle di sapone, animali di gomma, giochi tipo meccano per i bambini col quoziente intellettivo troppo elevato per un semplice soldatino. E via: piccoli tavoli da biliardo per giocare quando il capo è fuori, racchette da ping pong portatili per fare due scambi quando il capo è in trasferta, occhiali fluo e – per i più pesci – occhiali a forma di cuore. Il reparto dedicato alle cazzate è il preferito dai ragazzini. Ci passano ore, si accoltellano a vicenda col finto coltello con la punta che rientra e provano le collane hawaiane agitando leggermente il bacino nella direzione delle braccia. Ridono, fanno foto col telefono, indossano maschere di carnevale e fanno i cretini per fare colpo sulle compagne di classe che però pensano già ad avvocati e vedovi miliardari. Se vi sentite veramente soli ci sono le papere e le candele profumate per il bagno, mentre dopo le sveglie e le lanterne ci sono le borse del ghiaccio con la stessa ragazza asiatica delle mantelle per la pioggia che adesso ha un’espressione sofferente. L’angolo delle stoviglie e dei servizi di porcellana è il preferito dalle donne e il maledetto dagli uomini. Una ragazza col cane al guinzaglio guarda piatti e tazze di ceramiche rivolgendosi al compagno: “Meglio queste o queste? Andranno nel microonde? Blu o rosse?”. Lui sbadiglia, si volta, cerca aiuto. Risponde “sì sì sì tesoro sì sì certo certo oh scherzi?”.

LA VECCHIA CON L’OMBRELLO CHE S’ILLUMINA

I single che sono ancora convinti che il pezzo di carta serve sempre li individui subito: chiedono alla commessa se vendono libri e arrivano alla cassa con giochi di società per annoiarsi a morte con gli amici. Se avete fame, da Tiger c’è anche il reparto degli alimentari, con legumi, biscotti, cicche Tiger e aranciata San Pellegrino. Torniamo indietro perché siamo sicuri di aver dimenticato qualcosa. Ma certo! E’ il tubo luminoso che non serve a niente ma è fichissimo. C’è anche lo specchio che ride – crudele scherzo da regalare a un cesso  – e il gioco delle coppe, vale a dire la piramide di bicchieri finti. Ogni prodotto è accompagnato da un cartellino con scritto “1 pz per 3 euro”. Se volete girare un film c’è il ciak da regista, mentre per i più teneri c’è il coniglio nel cilindro. Da Tiger c’è la fila anche negli altri giorni della settimana e i commessi gentili espongono continuamente roba nuova. Prendiamo un volantino con gli oggetti per Pasqua – uova decorate, pulcini, molti pulcini – e usciamo. Piove. Una signora anziana compra un ombrello col manico che si illumina si dirige verso Piazza Cavalli. Anche lei ha fatto spesa all’Ikea del cazzeggio.

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