ANCHE LE PERSONE PER BENE, OGNI TANTO, DANNO UN PUGNO A UNA PORTA

Anche alle persone per bene possono saltare i nervi. E’ successo a quel dirigente della Primogenita che s’è preso 4 anni e mezzo di squalifica. Sulla vicenda hanno detto e scritto tutto, noi non abbiamo nulla da aggiungere. Solo una curiosità: ma che cosa ci faceva l’arbitro col naso incollato alla porta?

gazza

FOTO: INTERNET

Anche le persone per bene ogni tanto danno un pugno a una porta. E se sono sfortunate, in quel preciso istante dietro la porta c’è la faccia di un arbitro. Una cosa del genere è accaduta giovedì scorso durante la partita di ritorno dei quarti di finale della Coppa Provinciale di Terza categoria tra la Folgore e la Primogenita. Secondo la ricostruzione di Libertà, a fine partita, dopo il gol 3-2 della Folgore che ha sancito il passaggio del turno (che per gli avversari era stato segnato in posizione irregolare scatenando le proteste dei giocatori) un dirigente della Primogenita ha sfogato la sua rabbia contro la porta dello spogliatoio dell’arbitro (ancora non si è capito se l’abbia spinta con forza o se l’abbia colpita con un destro). Il problema è che dietro la porta c’era l’arbitro, che ha rimediato cinque punti di sutura. La storia è finita in prima pagina su Libertà. “Quello che è successo deve essere di monito affinché non accada più” ha detto il presidente della Folgore, Giampaolo Speroni. “La Primogenita è stata descritta come un gruppo di delinquenti. Sono molto amareggiato, se è successa una fatalità è grave e non doveva succedere, ma la mia squadra è fatta da gente a posto” ha replicato il numero uno della Primogenita, Piero Imberti. L’arbitro, sempre dalle colonne di Libertà, ha annunciato che dopo l’accaduto potrebbe anche appendere il fischietto al chiodo, mentre ieri è arrivata la stangata del giudice sportivo, che ha squalificato il dirigente della Primogenita per 4 anni e mezzo, precisamente fino al 31 dicembre 2017, interrompendo sul nascere la carriera di guardalinee di Terza categoria all’accompagnatore della squadra allenata da Massimiliano Mazzocchi. Retorica a parte, chi ha giocato a calcio sa che a volte può capitare d’incazzarsi per una decisione arbitrale, soprattutto se può determinare l’approdo a una semifinale di Coppa Provinciale, sogno di ogni calciatore dilettante. Anche alle persone per bene, ripetiamo, possono saltare i nervi. Sulla vicenda hanno già detto e scritto tutto, noi non abbiamo nulla da aggiungere. Solo una piccola curiosità: ma che cosa ci faceva l’arbitro col naso incollato alla porta?

scrivania@labatusa.it

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