Siamo rimasti senza sigarette e siamo andati in tabaccheria a prendere le Camel gialle. Abbiamo pagato con la nuova banconota da 5 euro. Il tabaccaio, dopo averla esaminata attentamente, ha fatto un sorrisetto: “Bravo, ci hai provato. Ma non sono così fesso…”.
TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: LA BANCONOTA INCRIMINATA
Siamo rimasti senza sigarette. Sono cose che capitano nella vita. Così, dato che siamo gente di mondo, siamo andati in una tabaccheria del centro. Dopo aver aspettato un quarto d’ora per la solita vecchia che si stava giocando la pensione al Gratta e vinci – e dopo aver assistito alla scena del finto intellettuale che compra tutti i quotidiani d’Italia per fare il figo e alla fine legge le vignette della Settimana Enigmistica – è venuto il nostro turno. Un pacchetto di Camel gialle. “Prego, 4,60”. Apriamo il portafogli e prendiamo una nuova banconota da 5 euro. Il tizio la prende, fa per darci il resto ma improvvisamente cambia espressione. Rimette i 40 cents che ci venivano in cassa e chiama uno stagista che è lì con lui. Confabulano. Parlottano. Dietro abbiamo un signore con la tosse catarrosa che non fuma da un quarto d’ora e non ci sta più dentro. Bolla. Sbuffa. Impreca sottovoce. Ce l’ha con noi. Noi aspettiamo. Il tabaccaio torna con un sorrisetto, uno di quei sorrisetti che ti fanno capire che sarà una giornata difficile. “E questi dove li ha presi?”. Eh, boh. Al supermercato. O in edicola. “Ci hai provato, bravo…”. E’ passato al tu. Guai in vista. Scusi, provato a fare che? A questo punto prende un vecchio pezzo da 5 e fa il confronto. “Sono anche fatti male…”. Guardi, buon uomo, che queste sono le nuove banconote da 5 euro. Sono in giro da un po’, era scritto dappertutto. “Veramente?”. Il tizio richiama lo stagista. Si riuniscono ancora. Gesticolano. Poi il ragazzo guarda il telefono. Sta cercando su Google, ne siamo sicuri. Il tabaccaio torna. “Scusami, veramente, è che non le avevo ancora viste”. Si figuri. Ci dà il resto e ci regala due Goleador alla frutta. Non abbiamo il coraggio di guardare negli occhi il signore dietro di noi, che appena ci scostiamo urla “Diana rosse!”. Usciamo. Accendiamo una paglia e siccome siamo filosofi formuliamo una testi: con la sigaretta elettronica queste cose non succedono.
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