GIOVANI DISPERATI

Giovani disperati, bimbiminkia sperduti: il Boeri ha chiuso. Sabato sera vedevi facce spaesate e sguardi assenti. I divanetti, i cessi chimici, il guardaroba: tutto evocava in loro un ricordo dell’amore ai tempi di Federico Moccia.

boeri ok

FOTO: LA BATUSA

Due ragazzi sulla ventina guardano nel vuoto e hanno poca voglia di parlare. Sono le 5,30 e il ghiaccio nel bicchiere si è sciolto da un pezzo. Restano solo il lime e la cannuccia. I due ragazzi finiscono il drink con una certa solennità. Poi si guardano con aria interrogativa. “E adesso?”. Il Boeri ha chiuso. E’ un momento che arriva sempre, più o meno in questo periodo, ormai i giovani piacentini dovrebbero essere preparati, ma non riescono ancora a farsene una ragione. Quando chiude il Boeri se ne va una parte di loro. Giovani disperati, bimbiminkia sperduti. Il Boeri è una delle poche certezze della loro vita da precari, sanno che al sabato sera c’è sempre qualcosa da fare e qualche ragazza con cui provarci. Entri, mostri la tessera, paghi, ti mettono il timbro e se sei fortunato limoni. Ah, il Boeri. Simbolo della movida piacentina, metafora dell’amore ai tempi di Federico Moccia. Una delle ultime canzoni che ha messo su il dj sabato sera è stata Vivere di Vasco, il testamento musicale di tutti i boeriani insieme agli Anni degli 883. Tutto è finito nell’attimo esatto in cui hanno alzato le luci. In quel preciso istante abbiamo visto facce spaesate, sguardi assenti. Il panico s’è impadronito di loro. “E adesso?”. C’è il Village, ma non è la stessa cosa. E’ fuori città e rischi di rimetterci la patente. Ci sono le discoteche, ma hanno rotto. Non c’è nemmeno più il Molo 11, che era il locale estivo più simile al Boeri. Quando i buttafuori hanno invitato la gente a uscire con la solita formula – “ciao buonanotte ciao buonanotte ciao buonanotte” – i giovani piacentini hanno preso il giubbotto e sono stati assaliti dai ricordi. Ecco il divanetto su cui ho conosciuto quella bionda, ecco i cessi chimici con cui ormai avevo una certa familiarità, ecco le scale su cui è iniziato tutto. Il timbro era ancora ben visibile sui loro polsi e il bar aveva appena chiuso. C’era rassegnazione nell’aria.
E’ difficile capire perché il Boeri tira così tanto. Forse perché è in centro, forse perché è semplicemente di moda, forse perché a Piacenza non c’è altro. Il posto è abbastanza orribile, ma non è il posto che conta. E’ l’idea del ritrovo collettivo che non c’è in nessun altro locale piacentino. Balli, bevi, parli. Ah, il Boeri. E’ l’unico posto in cui tutti si conoscono sul serio, è l’unico posto in cui tutti i giovani piacentini sono stati almeno una volta nella vita. E’ l’unico posto che ti permette di scrivere tutte queste cazzate quando chiude.

filippo.merli@labatusa.it

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1 Comment on "GIOVANI DISPERATI"

  1. Non disperate! Vi aspettiamo tutti i Venerdi al Paradise!!!

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