CIAO BOMBER

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TESTO: MARCELLO ASTORRI; FOTO: SCARPE DI CANIO

La scelta delle scarpe da calcio è un momento molto delicato per un bomber. I più tecnici non badano a spese, tutto dev’essere top di gamma e niente dev’essere lasciato al caso. Quando il bomber entra nel negozio si rinchiude in un religioso silenzio, si dirige allo scaffale sul quale sono esposte le scarpe e poi pensa corrucciato, come un pittore impegnato a scrutare la sua tela in attesa d’ispirazione. Il nostro prova decine di modelli. Ovviamente la scelta ricade su quello con i colori meno sobri, tanto che le sue scarpe potrebbero tranquillamente essere date in dotazione ad un ausiliare del traffico, poiché sono talmente un pugno in un occhio da essere visibili ad occhio nudo dallo spazio. Non c’è limite alla fantasia nella scelta, tranne un paio di diktat sui quali non si può transigere: primo, bisogna prendere il numero più basso possibile perché il piede piccolo è “da buoni” (alcuni, pur portando il 46, prendono le scarpe numero 38) e, secondo, sono chiaramente messe al bando le scarpe a sei tacchetti (l’ideale per quei difensori che vogliono subito mettere le cose in chiaro) perché quelli tecnici calzano solo le “tredici”. Una volta scelto il modello e i colori, il negoziante gli propina un’altra scelta epocale: “Pelle di daino o pelle normale?”. La differenza il più delle volte è minima, o almeno non abbastanza da giustificare l’immane disparità di prezzo. Il bomber non si fa fregare e per scongiurare che i suoi piedi da 10 gol in Seconda Categoria subiscano danni incalcolabili, opta per la pelle di daino: per gli attrezzi del mestiere “al diavolo il braccino corto”, pensa. Prima di guadagnare la cassa, non fa a meno di una confezione monstre di grasso di foca con il quale lustrare i suoi gioielli (s’intendono le scarpe). All’uscita dal negozio è come se avesse adottato un figlio, perché si prenderà cura delle sue scarpe Nike con amore materno. Al grande pubblico le mostra per la prima volta a mezzo Instagram, assolutamente orgoglioso del proprio acquisto. Però, prima di esibirle per la prima volta dal vivo, passerà almeno una settimana a camminarci in casa per far si che prendano la giusta forma del piede. Poi, finalmente, arriva il giorno della grande prima. Il bomber si presenta al campo in anticipo, si siede negli spogliatoi e prima tira fuori un’enorme spazzola, poi il grasso di foca e, infine, le scarpe nuove. Si prende un’ora buona per lustrarle, alzando la testa unicamente per disapprovare i compagni che trascurano le loro; inorridisce quando vede il compagno sbadato con ancora il fango tra i tacchetti: lui morirebbe piuttosto di trattare in quel modo le sue “figlie”. I più megalomani si sono fatti personalizzare le scarpe con colori ancora più sgargianti, spendendo cifre folli per fare incidere le iniziali del proprio nome e il numero di maglia. Il bomber vero si ricorda con minuzia di tutte le paia di scarpe che ha avuto dal suo esordio alla scuola calcio in poi. Inoltre, ha scolpito nella mente ogni primo gol segnato con le scarpe nuove. La prima volta, si sa, non si scorda mai.

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3 Comments on "CIAO BOMBER"

  1. Da non dimenticare le scarpe su misura di Costa Nando! Quelle sono da veri bomber

  2. La leggenda narra che Sheva in persona se le fece fare dal Nando!

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