NEVICA TI PREGO

gotico-neveLa foto che, se tutto va bene, troverete fra poco sui giornali

Nelle redazioni delle testate piacentine c’è grande fermento. Fogli che volano, telefoni che squillano, filtri di sigarette che bruciano nei  posacenere. Questo stato di attesa snervante dura da qualche giorno, più o meno da quando il meteo ha annunciato che questa doveva essere la settimana della grande nevicata. La prima della stagione, ma di rilievo. Venti centimetri. Una misura notevole, niente da dire. Ogni anno accade la stessa storia: le testate piacentine si sfidano per prevenire e per immortalare la neve sul Gotico. Libertà picchia duro: “Neve in Valtrebbia e Valnure, è attesa anche in pianura”. Piacenza24 non è da meno: “Neve in collina, maltempo e freddo per tutta la settimana”. ilPiacenza non resta indietro: “Allerta neve della protezione civile su tutta l’Emilia Romagna”. PiacenzaSera rilancia: “Arriva la neve in collina, nelle prossime ore attesa a quote basse”. Tutte, tranne ilPiacenza, mettono il meteo in apertura, vale a dire come notizia principale.  E che notizia. E’ inverno e nevica. Bestiale. Però, a dire il vero, non nevica ancora. Non abbiamo mai capito che cosa significa esattamente l’espressione “cielo da neve”, ma per adesso, grazie all’ausilio dei nostri potenti mezzi, possiamo affermare che è uscito un filo di sole tra le nuvole e che il ginocchio destro non ci fa ancora male, quindi per il momento non nevica. Ma è questione di ore. Nelle redazioni delle testate piacentine hanno le pile della macchina fotografica sotto carica e i direttori sono pronti a liberare gli stagisti per la città e la provincia a caccia delle foto più significative, prima di occuparsi del ghiaccio sui marciapiedi e dei femori delle vecchie. Nevica, anzi no, viene giù, non viene giù. Nevica, ti prego. Così anche per quest’anno non ci pensiamo più.

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1 Comment on "NEVICA TI PREGO"

  1. IlPiacenza non lo mette in apertura solo perché sanno che ci sei tu a rompere i coglioni. 🙂
    E comunque in apertura sul mio (Piacenza24) c’è stato un quarto d’ora: giusto per togliere la giornata della memoria che, con tutto il rispetto, non ne potevo più.

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