BORGONOVO INTERNATIONAL

È inutile che si maligni. È inutile che si getti fango. È inutile che si prenda in giro. Il Maestro Mauro Ferrari ha ragione.  Nel suo coso in formato A3 ha detto il vero. Non solo per il fatto che in centro a Castelsangiovanni ci sono greggi e greggi di pecore. Quanto piuttosto nell’aver nascosto fra le righe della sua brochure l’indubbia e superiore internazionalità di Borgonovo Valtidone. Non se ne vogliano Sarmato, Pianello o Nibbiano, ma oggettivamente scontrarsi sul terreno dell’essere internazionale con Borgonovo è come far giocare l’Agazzanese contro il Barcellona. E per di più al Camp Nou. Borgonovo è senza alcun dubbio superiore. Borgonovo caput mundi. Da quando, nel 1155, Federico Barbarossa attraversò con le sue truppe il territorio del Comune e venne rifocillato con chili e chili di chisöla nessuno può più negare l’importanza strategica, economica, sociale, politica e commerciale del borgo. Tant’è che non solo gli altri Comuni della Valtidone, ma addirittura l’intera provincia di Piacenza è terrorizzata dall’innegabile supremazia di Borgonovo. Non c’è da stupirsi se è finito con l’essere l’unico paese senza una stazione ferroviaria, senza una stazione delle corriere, senza un’uscita dell’autostrada e senza un porto. Tutta colpa della cospirazione messa a punto in gran segreto nelle stanze del potere di Piacenza e provincia. Ma Borgonovo non si è arreso. Ha continuato a lavorare nell’ombra per restare internazionale. Così ha creato uno Iat, che dice dover servire l’intera Valtidone, ma per non far rosicare troppo i Comuni limitrofi ha esposto degli orari truffaldini. Si tratta, infatti, dell’unico It d’Italia che cerca di evitare l’arrivo di turisti, chiudendo agli orari più impensati. Vuoi trascorrere un sabato in Valtidone? Cerca di arrivare prima delle 13 perché altrimenti le informazioni turistiche sei costretto a chiederle agli anziani che stanno giocando a briscola al bar Roma. Ti occorre sapere dove acquistare del vino da regalare agli amici al termine di una piacevole domenica sulle colline? Spera che alle 16.01 ci sia qualche stacanovista che non rispetta alla lettera gli orari di chiusura. Tuttavia, questa è chiaramente una copertura. Borgonovo sta soltanto tutelando la sua internazionalità. In realtà nei sotterranei del paese è tutto un fiorire di turismo. Souvenir, prodotti tipici, cartine. Orde di giapponesi, americani, russi. L’assessore Lunni, mago del travestimento, è stato bravissimo a dissimulare: “Ci siamo mossi con il Consorzio Terre Francigene per attirare turisti in Val Tidone. Ma non siamo pronti per il turismo internazionale. Meglio che arrivino i milanesi. Se arriva un russo chi gli parla?”. Un siparietto ben congeniato, per non far preoccupare troppo i sindaci dei Comuni limitrofi. Ma, da insider, vi faccio una confidenza. In realtà Expo è solo una copertura. I turisti che arrivano da tutto il mondo lo fanno per venire qui, a Borgonovo, all’ombra dell’Üslone.

Caterina, la regina dell’Üslone  

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