STANCHI DI VIVERE

Mario ha 84 anni ed è un uomo solo. Sua moglie, tempo fa, è scappata con uno dei primi nigeriani sbarcati a Piacenza. Mario è talmente solo che, pur di parlare con qualcuno, si fa truffare apposta dai finti tecnici del gas. Ecco la seconda puntata di “Stanchi di vivere”, la nostra rubrica in risposta di quella di Libertà, “Giovani dentro”.

Mario è un uomo solo. Non parla mai con nessuno. Ha 84 anni e li porta malissimo. Sguardo stanco, aria di chi s’è rassegnato di fronte agli insulti del tempo, ossa scricchiolanti. Mario sembra più di là che di qua. «Ogni giorno leggo la pagina dei morti su Libertà per vedere se ci sono», ci confessa nella sua abitazione, una stamberga col tetto che perde in un vicolo cieco del Quartiere Duemila.
E’ la solitudine a fregare Mario. La moglie Piera se n’è andata qualche anno fa con uno dei primi nigeriani sbarcati a Piacenza. «Con Salvini non sarebbe successo», si rammarica Mario mentre il leader della Lega viene intervistato dal TG1. Le tribune politiche in televisione sono la sua passione. «Mi tengono compagnia», prosegue Mario. «Io non parlo mai con nessuno e lì parlano tutti con tutti. Anche se dicono cazzate».
Qualche mese fa, Mario non ce l’ha più fatta. La solitudine ha preso il sopravvento e lui ha dovuto trovare il modo di affrontarla. «Mi sono ricordato di quando i miei nipoti venivano a casa mia solo per farsi dare la paghetta. Erano dei piccoli bastardi birbanti, ma almeno, in cambio di soldi, parlavano con me e non mi facevano sentire solo». Quel ricordo così pieno d’amore ha ridato speranza a Mario. Non sarebbe più stato solo, anche se in cambio di soldi. «Solo che, invece dei miei nipoti, adesso li do a qualcun altro…». Mario, pur di parlare con qualcuno, ha iniziato a farsi truffare apposta dai finti tecnici del gas.
«La prima volta mi hanno fottuto sul serio. Mi hanno citofonato e a me non sembrava vero. Non viene mai nessuno a cercarmi, ero quasi commosso. Capite che, in una situazione simile, avrei aperto a chiunque». Mario ha tolto le ragnatele dal citofono e ha risposto. «Era un ragazzo che mi ha detto di essere un tecnico del gas. Gli ho aperto e ha iniziato ad armeggiare attorno alla caldaia. Quando se n’è andato, mi ha chiesto 400 euro. Glieli ho dati. Poi ho controllato: non aveva fatto assolutamente nulla. Mi aveva truffato».
La voglia di sconfiggere la solitudine, però, è stata più forte di qualunque spreco di denaro. «Da quel giorno, tra i finti tecnici del gas s’è sparsa la voce che, per 400 euro, li faccio entrare, parlo con loro del più e del meno e mi faccio truffare». La scena è sempre la stessa: il finto tecnico del gas fa un paio di operazioni ininfluenti attorno alla caldaia, poi si ferma qualche minuto a parlare con Mario e se ne va coi suoi 400 euro.
Mario, ormai, non controlla più la caldaia. Sa che è una truffa. Lo sa benissimo. Ma almeno, in questo modo, ha ristabilito un rapporto umano con le persone. «Ora sono al verde, ma non sono più solo». Suona il citofono. Gli occhi di Mario s’illuminano. Ha capito che, tra poco, sarà truffato da un finto tecnico del gas. «Ma solo dopo una piacevole conversazione».

2. Continua

Qui la prima puntata

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