Un gol a due minuti dalla fine. Senza neanche la possibilità di andare al ballottaggio. La squadra dei Giornalisti Piacenza perde 2-1 la prima partita del torneo Jimmy Vaccari di San Polo. Ad avere la meglio è Pasola. Ma abbiamo fatto il nostro. Nel primo tempo siamo stati uniti, compatti, abbiamo rischiato in qualche occasione (Pasola ha preso un paio di pali), ma abbiamo tenuto. Poi, nell’intervallo, uno dei nostri leader, Podestà, ha strigliato la squadra.
– In questo torneo bisogna giocare a uomo! Ognuno prende il suo e se lo tiene!
Lui il torneo di San Polo l’ha vinto cinque volte. Sa che cosa dice. E infatti la squadra l’ha subito seguito.
– Cioè, spiegaci bene questa storia dell’uomo: dobbiamo fare una sorta di unione civile?
Nel secondo tempo siamo entrati in campo più determinati. Abbiamo preso una traversa con Bisi, uomo di grande sostanza, e una traversa con una botta dal limite di Astorri. Nel frattempo, abbiamo perso il nostro capitano, Marchetti, prima vittima del torneo. Per lui si parla di una contrattura. Salterà la prossima partita, ma i nostri medici, due odontoiatri rumeni senza licenza, sperano di recuperarlo per l’ultima.
Vitek, il nostro portiere, si è esaltato in un paio di circostanze e ha tenuto la nostra porta al sicuro. Fino a un calcio di punizione da posizione defilata.
– Ne voglio due in barriera!
In barriera ne va uno solo.
– Oh, oh, ne voglio due!
In barriera ne resta uno solo.
– Dueeeeeeeeeeeeeeeeeee
Fischio dell’arbitro. Gol.
– Ma andate affanculo.
Attenzione: subito dopo, sul fischio di ripresa del gioco a centrocampo, è accaduto qualcosa che non ha visto nessuno. I componenti della panchina richiamano la nostra attenzione mentre, sconsolati per il gol subito, eravamo girati verso la villetta a schiera dietro al campo.
– Abbiamo fatto gol.
– Noi siamo quelli con la maglia gialla…
– Sì, infatti, abbiamo segnato noi.
Ci voltiamo. La palla è nella rete degli avversari e Mattia “Thiago” Motta sta esultando. Ha segnato direttamente dal calcio d’inizio. Ha segnato da centrocampo. Non sappiamo se sia stato uno schema provato e riprovato al parco del Montecucco oppure una botta di culo leggendaria. Non ci interessa. Mattia “Thiago” Motta ha segnato da centrocampo. E siamo 1-1.
Qualunque allenatore, qui, si sarebbe chiuso per portare a casa il punto. Non noi della Batusa. Cioè, noi l’avremmo anche fatto, ma non c’erano altri difensori in rosa. I difensori di ruolo, nel calcio amatoriale, sono spariti. Come gli elettori di centrodestra. Comunque, continuiamo ad attaccare, ma il nostro storico numero 10, Pier, è in giornata no. Lui stesso, a fine partita, si paragonerà a Dzeko. Per lui, che è romanista, è un’ammissione di colpa troppo crudele.
Pasola non ci sta e, come noi, continua a giocare. Dietro, Aimi fa una partita impressionante: pulito, sicuro, elegante. Bersani, terzino puro, lotta e non fa passare nulla. Lazzari tiene la fascia sinistra con grande personalità. Civardi fa il guardalinee perché, per regolamento, ci vuole qualcuno che lo faccia. Ma sventola la bandierina con grazia (a proposito: la prossima partita non ci sarà, quindi, se qualcuno vuole venire a fare il guardalinee, è ben accetto).
Negli ultimi minuti inseriamo anche Crosali, che va a piazzarsi in mezzo e sbaglia una rimessa laterale. Ci sta. La tensione è forte. Mancano due minuti quando perdiamo un pallone e Pasola parte in contropiede. Dalla panchina seguiamo l’azione, praticamente corriamo coi ragazzi per cercare di spingerli a recuperare palla. Quando prendiamo il 2-1 siamo a San Giorgio. Torniamo indietro e proviamo a incitare la squadra per l’assalto finale, ma Pasola tiene e porta a casa i primi tre punti del nostro girone. Noi restiamo a quota zero, più soli di quell’altro Girone quando era in India. Ma ci siamo. Prossima partita, giovedì 9 giugno contro il Salumificio Gagliardi.
BOLLETTINO MEDICO:
– Marchetti Matteo, di anni 44, colpito da una contrattura al tensore della fascia lata con interessamento del sartorio e del quadricipite femorale con risentimento al muscolo gracile, al pettineo e ai muscoli adduttori.
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