P DI PIACENZA, B DI BERLUSCONI

Caro Silvio, Auguri! Mi chiamo P. di Piacenza e sono da sempre una tua fedele e devota ammiratrice fin dai tempi delle crociere nel mediterraneo, quando facevo 3 volte all’anno la rotta Venezia-Bari-Durazzo per ascoltare le tue barzellette, pur soffrendo di mal di mare anche se non l’ho mai confessato a mio marito e al piccolo Silvio. Silvio ormai ha quasi 43 anni e da pochi mesi è uscito di casa: questa storia dei bamboccioni non gli è mai andata giù, ma piuttosto che comprare una casa da solo e pagarci l’Ici (ché questi comunisti tra Imu, Ires e via dicendo, mica le hanno tolto le tasse come invece avevi fatto tu) ha deciso di rimanere in famiglia. Poi, qualche anno, fa ha conosciuto una brava ragazza di Pontenure e si sono sposati: si, ma in chiesa, perché ‘ste cose qui delle unioni di fatto io mica le ho capite.
A me e a mio marito è rimasto il cane a farci compagnia; si chiama Brunetto, anche se è femmina, ma metterlo al femminile mi sembrava poco rispettoso nei tuoi confronti. Comunque, se Dudu volesse conoscerla mi trovi a Piacenza quando vuoi. In realtà, caro Silvio, oltre che per gli auguri, ti scrivo perché volevo dirti una cosa. Ti ricordi quando venisti a Piacenza per la campagna elettorale del 2007? So che è una cosa che volevi cancellare dalla memoria, e come darti torto: due volte nella stessa città in due settimane a sostenere un candidato e poi il centrodestra perse sonoramente. Se ti ricordi, quella mattina pioveva tantissimo, tanto che decidesti all’ultimo minuto di non venire alla Besurica, non so se perché è abitata da troppi comunisti o per non scioglierti il trucco, fatto sta che io ero lì. Nella piazza davanti alla chiesa ti aspettavo da almeno due giorni. Non sei arrivato, ma io non mi sono persa d’animo e sono venuta con il mio suv bianco insieme a Silvio a cercarti all’albergo Roma, fregandomene della ztl e dell’inquinamento. Insistetti così tanto che riuscii a incontrarti nella tua stanza aggirando le guardie del corpo, la Girometta e Agogliati. Be’, io voglio dirti che quei pochi minuti passati insieme li porto sempre con me e non li dimenticherò mai. Ti auguro ancora tanti e tanti anni di successi e serenità e spero di rivederti presto a Piacenza, magari non in campagna elettorale, altrimenti ci tocca Dosi ancora per 5 anni. Adesso ti saluto perché devo andare a prendere l’altro mio figlio, Pier Silvio a scuola, che ha iniziato la quarta elementare.

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