VIENI AVANTI GUERCINO

di Elena Saltarelli

Finalmente è iniziata. La mirabolante attesa è finita. Tutto ciò che prima solo si vociferava attraverso quei pochi cartelloni sparsi per la città è finalmente realtà: Giovanni Francesco Barbieri ha aperto i cancelli alle sue bellezze, e i piacentini spiazzati non sanno come comportarsi. La scorsa notte, per aiutarmi a dormire, ho iniziato a fantasticare sul vertiginoso picco ascendente che deve aver avuto nei dintorni di Piacenza la ricerca su Google «Guercino», «Opere del Guercino», «Guercino chi?». E, conseguentemente a questo, il mio amore per le liste mi ha portato a stilarne frettolosamente una, intitolata:

LE REAZIONI DEI PIACENTINI ALLA MOSTRA SUL GUERCINO

1. Stupore.
Ma proprio a Piacenza? Perché? Questa reazione è tipica del piacentino che sgomita per accaparrarsi le presine più belle alla Fiera di Sant’Antonino. Che si sveglia alle sei, fa un chilometro e mezzo in macchina, la parcheggia alla Questura, e si avvia nella folla umana per litigare sul prezzo del Folletto, e che quindi accetta di buon cuore di farsi due ore di coda per visitare la mostra il primo giorno, pienamente consapevole di essere parte di una Piacenza che sta effettivamente facendo qualcosa (non importa che cosa).

2. Diffidenza. Diciamocelo, anche solo a noi stessi: alla notizia di una cosa così bella, e così costosa, è affiorato il piacentino diffidente che langue in ognuno di noi. Ma era proprio necessario? Ma investire del denaro in cose più concrete per la cittadinanza? Le buche? I posti di lavoro? Io non ci mangio con i dipinti. E poi non è mica Leonardo, ‘sto Guercino.

3. Fastidio. Bello, davvero. Ma dare un po’ di visibilità agli artisti senza nome che ci circondano? In fondo, il Guercino di visibilità già ne ha. E poi è morto da un botto di tempo.

4. Cibo. Ok, non vorrei sembrare stereotipata, ma nel prezzo del biglietto almeno un buffet gratuito alla fine ci sarà. Un prosecco, un tocchetto di grana, qualcosa.

5. Ansia. Immancabile l’articolo delle testate piacentine, sempre celeri nel rispondere alle domande insite in ognuno di noi: «Mostra sul Guercino, come cambia la viabilità?». Mi immagino già la coda delle sei di sera, e faccio un lungo, rassegnato sospiro.

In tutto questo quadro (per rimanere in tema) il Nostro se ne sta lì, immobile, ad aspettarci sulla Cupola e tra le sale affrescate del nostro bellissimo Palazzo Farnese. E noi piacentini, volenti o nolenti, ci andremo.

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