CLASSE DI FERRO

La Rappresentante Di Classe (LRDC) è un essere mitologico. Metà genitore e metà cercatore d’obolo per il regalo di fine anno alle maestre. Anche ai tempi del Covid. 

TESTO: TrafelataMente FOTO: INTERNET

La Rappresentante Di Classe (LRDC) è un essere mitologico. Metà genitore e metà cercatore d’obolo per il regalo di fine anno alle maestre. LRDC viveva felice nel suo mondo fatto di due consigli di classe l’anno e la gestione di disciplinati gruppi WhatsApp di genitori. Cose tranquille e serene che fanno maturare esperienze di diplomazia, acume e problem solving necessarie per poter gestire una crisi internazionale. Poi venne il Covid19. E con esso la didattica a distanza.

La scuola italiana è da sempre unita dal nord e al sud, dall’est all’ovest, in ogni ordine e grado in un unico imperativo categorico: «Si è sempre fatto così, non vedo perché cambiare». Poi, nel volgere di una notte e nel battito di un Dpcm, si è trovata a dover passare dai gessetti, la lavagna e la carta igienica portata da casa alle videolezioni sulle piattaforme intergalattiche. «Azzolina!», hanno detto le migliaia di presidi italiani all’indomani: come si fanno a contattare e censire centinaia di migliaia di studenti italiani per capire che margine di manovra informatico hanno le singole famiglie? Scuola elementare, Watson: con LRDC. Ma anche materna e media.

LRDC ha un data base di numeri di telefono da fare impallidire la Cia. Tutti rigorosamente salvati sotto la lettera M. Come «mamma di…». LRDC è l’agente del Mossad all’ombra della mensa scolastica. È il Kgb della bancarella della torta dell’asilo. Voi vi preoccupate di essere tracciati dall’App Immuni ignorando che LRDC vi ha schedati da quel primo giorno all’asilo, per sempre e nessun copia incolla su Facebook baluardo alla vostra privacy, vi salverà dall’essere inseriti nel gruppo di WattsApp «Genitori pandemia classe quarta C».

Per tutti questi motivi, e grazie alle doti di spionaggio della Mata Hari del consiglio di classe, alla fine contattare famiglie di tutti i cinque continenti per trascinare nel mirabolante mondo della classroom bambini cinesi, africani, sudamericani e casi umani nostrani per fare rispondere «tutti presenti» all’appello 2.0 della scuola virtuale è stato un gioco da ragazzi. D’altra parte nulla può spaventare chi organizza la bancarella della torta dell’asilo dal 2009.

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