IL NOSTALGICO DEMOCRATICO

Dopo il nostalgico leghista è la volta del nostalgico democratico, che ha votato l’ultima volta Pd quando il Pd era ancora un partito di centrosinistra. 

TESTO: PREFERISCE RESTARE ANONIMO FOTO: INTERNET

Ho votato l’ultima volta Pd quando il Pd era ancora un partito di centrosinistra. Non ricordo l’anno, né la circostanza. Politiche, amministrative, regionali, europee. Boh. So solo che il tratto della mia croce sul simbolo del Partito democratico era già abbastanza leggero. Poco convinto. 

Mentre stavo per tracciare il mio ultimo segno sulla P verde con la D bianca su sfondo rosso mi è tornato alla mente quel 14 ottobre 2007, quando rappresentanti politici del calibro di Walter Veltroni (ora regista a tempo pieno e a tempo perso), Pier Luigi Bersani (ora leader di Mdp o di Leu, non si è ancora capito bene), Romano Prodi (che cosa fa esattamente oggi Romano Prodi?) e Dario Franceschini (l’unico superstite del governo Lega-M5s-Pd) avevano fondato questo glorioso contenitore riformista.

Quel soggetto politico era rimasto il punto di riferimento degli operai, della classe meno abbiente e di una sinistra che ancora stava a sinistra. Poi è successo qualcosa: un camper con la scritta «adesso» sulla fiancata ha investito il Pd. Lui. Il Rottamatore. All’inizio ci ho creduto. Chi non l’ha fatto? Era giovane, deciso, determinato a rinnovare un partito che aveva bisogno di una lucidata. Mi sbagliavo. Il Rottamatore ha rottamato il Pd, il più grande partito di centrosinistra d’Europa. L’ha diviso in correnti nelle correnti con più correnti del Trebbia. Poi ha rottamato se stesso. Ma era troppo tardi.

Nicola Zingaretti è un bravo ragazzo. Ma ormai il Pd ha varcato il confine che separa la razionalità e la capacità politica dal M5s. Ora non sei del Pd se non hai un attico ai Parioli. E io non ho un attico ai Parioli. Ho cambiato schieramento, ma non ho cambiato le mie idee. Sono di sinistra, resto di sinistra e rimarrò sempre di sinistra. Di conseguenza avevo bisogno di un partito europeista, che spingesse per il Mes e che fosse all’opposizione dei sovranismi della Lega. Un partito di sinistra. L’unico rimasto. Ecco perché oggi voto Forza Italia.

Qui il nostalgico leghista

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