RIVAI COL LISCIO

RIVIERA ROMAGNOLA: NOTTE ROSA 2012 -SANGIULIANO LISCIO VII^ Edizione del Capodanno della Riviera, dal titolo " The Pink side of the Moon" - 7 Luglio 2012 - nella photo (Ph © RENI/Salvatori) un momento della festa

Gonne svolazzanti, tacchi e mani che si incrociano, mazurche malinconiche: ecco perché vietare il ballo liscio è un sacrilegio popolare. Petizione sulla Batusa.

TESTO: REDAZIONE FOTO: INTERNET

Vietare il ballo liscio è un sacrilegio popolare. Omar CodazziPinino Libè sono gli unici antidoti ai trapper. La fisarmonica di Alberto Kalle è la sola consolazione che ci resta di fronte alla musica composta col MacBook. Ecco perché dobbiamo dire no all’ultima eresia del governo, che ha posto il veto sulle balere

Immaginiamo che Coso e i componenti della sua task force non abbiano mai frequentato una sagra di paese. E che di conseguenza non possano capire il significato di un’orchestra che attacca. La pista al centro, le sedie di plastica attorno, il palco sullo sfondo. Gonne svolazzanti, tacchi e mani che si incrociano, polke, mazurche, valzer, un due tre, un due tre, le coppie di esperti con qualche giravolta sulle spalle che si prendono la scena e percorrono il perimetro della balera sfiorandosi senza mai scontrarsi, un due tre, un due tre, il cantante che ogni tanto scalda il pubblico, «Pittolooooooo», la fisarmonica che vibra pezzi allegri e talvolta malinconici, i bambini che imitano gli anziani col golf sulle spalle. Ma che ne sanno i 2000.

No. Coso e gli altri non hanno mai ascoltato Radio Zeta. Non hanno mai comprato le musicassette di Titty Bianchi e dei Girasoli sulla bancarella nella traversa di piazza Cittadella. Loro frequentano i salotti buoni, i palazzi della politica, le stanze dei bottoni. Fingono di ascoltare musica classica ma conoscono a memoria le canzoni di Marco Mengoni.

Non possono capire il significato poeticamente osceno dei brani folk, quelli in cui la giovane pastorella col seno prosperoso trascina il giovane pescatore nel granaio, così, senza tante storie, una botta nell’aia e via, senza le menate sentimentali e politicamente corrette delle canzoni di oggi.

Prendete lo Spazzacamino: in quattro minuti scarsi nasce un bambino. Con tanto di breve presentazione del protagonista che canta allegramente per le strade, pasto frugale offerto dalla signorinella e successive difficoltà tecniche perché «il camino è stretto». Una tale, meravigliosa indecenza, una volgarità metaforica che Sfera Ebbasta in confronto è un contralto del coro della parrocchia.

Capiamo le restrizioni e i veti. Ma a tutto c’è un limite. Quindi, sulla Batusa, chiediamo ufficialmente al governo di dare il via libera al ballo liscio nelle sagre popolari. Facciamo sentire la nostra voce e la nostra fisarmonica.

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