FACEVA IL PALO

Ovvero: come trovare l’amore in un locale di lap dance.

TESTO: MANUEL FANTONI FOTO: INTERNET

Gino e Pino, da conoscenti ad amici. Gino, non belloccio ma piacente, è un personaggio taciturno, ma a volte è euforico, alla mano, ma contemporaneamente saccente, apparentemente intelligente, ma sotto sotto un sa niente, diciamo bello, ma inutile. Pino, non belloccio e neanche piacente, chiacchierone e di compagnia, umile ma serio; una frana con le donne, ma professionale nel resto.

Gino, a fronte di un rapporto amoroso logorante e burrascoso (provate voi a stare con Gino e poi vediamo), decide di ributtarsi in pista, ma poco rimane dopo anni di piattume di coppia, per cui, nel mazzo, rimane solo il jolly del lap dance. Il tutto inizia al bar, dove Gino, bevendo, progetta la serata: gin tonic soft e direzione lap dance per una sexy birra. Scatta la complicità: Gino interpella Pino per fargli da spalla. Pino, che ha il braccino corto, e leggenda narra che abbia ancora chiuse le buste delle mance della cresima, dopo un attimo di esitazione s’imbarca nell’avventura hard.

Partenza con indifferenza di Gino e sorriso da ebete di Pino, direzione fregatura assistita. Ormai si è fatta l’una, e nel locale da ballo (?) le signorine sono nel pieno artistico dei loro ruoli. I nostri due amici, dopo la prima bevuta, partono come due treni, e iniziano l’approccio. Gino gioca la parte del bello e maledetto, e gonfio come un tacchino viene accalappiato per primo: lei inizia con “ciau, comu stai, vienni cun me, faciamu solo un puoco di privé…”. Gino, colpito e affondato: con gli ormoni galoppanti e tanta voglia di poesia sparisce dietro una tendina. Pino, invece, che se non si è girato indietro quando è nato non l’ha più vista, è titubante, ma appena Maruska gli si avvicina e gli dice “ciau como st…”, è già sparito, con tanta voglia di coccole, dietro la tendina.  

Due ore dopo, nel piazzale, Gino fuma una sigaretta e si sente James Dean: l’ha conquistata, e dice a Pino “ho il numero, domani usciamo al pomeriggio”. Il silenzio invade tutto. E Pino risponde: “A mi la ma pelàd, la ma fat le coccole e l’e andada via”.

Questa storia andrà avanti per giorni, settimane e purtroppo mesi. Alla fine Gino si amerà tanto con la sua bella, entrerà a far parte della famiglia zigana, mentre Pino rimarrà a bocca asciutta, illuso dalle tante Maruske che ben organizzate e puntuali come il mutuo dopo averlo pelato come una cipolla spariranno con le scuse più strane.

Comunque quello che importa è la felicità per Gino e per Pino, che a loro modo (moooooolto a loro modo) hanno trovato un equilibrio, forse precario, ma sempre un equilibrio. Di certo una riflessione il vostro Manuel Fantoni la deve fare, ed è banale: forse la donna che paghi subito è la meno costosa, ma sicuramente poter cantare alla propria bella una canzone di Iva Zanicchi è impagabile. Perciò:
Prendi questa mano
Zingara Nomade
Dimmi pure che destino avrò.

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