BIGLIETTO VERDI

La memoria di Giuseppe Verdi è una delle poche cose che legano davvero Piacenza e Parma.  Soprattutto ora che la Camera ha stanziato 6,5 milioni di euro per celebrare il bicentenario del maestro. Ecco la terza puntata di “Quo vadis, Piacenza”, la nostra piccola inchiesta sul futuro della Provincia.

TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: INTERNET

Amanti del bianco frizzante, amanti del rosso fermo e amanti del Verdi suonato, per scrivere queste righe devo dare fondo a tutto il mio autocontrollo per fermare il tremolìo delle mani. Settimane fa, quando ho letto la notizia, mi sono detto “no, non è possibile, si fermeranno”, invece, la commissione Cultura della Camera, riunita in sede legislativa, ha approvato la proposta di legge per stanziare 6,5 milioni di euro per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi.  Ora, non ce ne vogliano gli amanti del più grande maestro italiano, ma la cosa di questi tempi mi infastidisce come un capello (non mio) nella minestra.

A CHE SERVONO I DENARI

Tali denari servirebbero a promuovere la conoscenza del patrimonio musicale di Verdi (in effetti, non essendo più il suo viso sulle 1000 lire, forse ha perso un po’ di popolarità) ma anche al recupero e il restauro conservativo dei luoghi verdiani, villa Sant’Agata di Villanova e la casa natale di Roncole Verdi, dichiarati come “importanti” beni culturali ai sensi della vigente normativa di settore (l’ho cercata e forse complice gli amici del bianco e del rosso, non l’ho trovata). La perla vera, tuttavia, sono le celebrazioni in programma e spalmate da Reggio Emilia fino a Piacenza. Festine insomma. L’onorevole Tommaso Foti si dice contento, ma è anche amareggiato stesso per la scarsa partecipazione degli altri concittadini giù nella trincea romana: “Se non fossi stato il solo parlamentare piacentino a chiedere che lo stanziamento economico fosse equamente diviso tra le province di Parma e di Piacenza, le cose per noi piacentini sarebbero andate decisamente meglio. Ma così non è stato”. La nostra fetta di finanziamenti sarà anche piccola, ma non posso non immaginare il sindaco Dosi, seduto alla scrivania con la fascia tricolore, il pallottoliere e un gran bel sorriso.

I BISCOTTI DEL MAESTRO

A me piacerebbero moltissimo dei biscottini con il viso del maestro da distribuire durante le messe e nelle scuole. Oppure un bell’impianto audio nella sempre affollata Piazza dei Cavalli, che ci allieti a tutte le ore con le opere Verdiane. E poi, sarebbe anche carino che di questi 6,5 milioni di euro, almeno 50 fossero utilizzati per aprire un sito dove si possa tracciare ogni singolo centesimo e capire per cosa è stato usato. Chissà, magari potrebbe essere proprio un’iniziativa della Batusa. Tutto questo, sempre a parere mio, ma non credo di esser solo, è al limite dello scandalo. In un momento in cui padri di famiglia faticano a mettere insieme il pranzo con la cena, stanziare una simile cifra per festeggiare una nascita, per quanto importante, di due secoli fa, è un insulto. Le residenze Verdiane sono davvero così mal ridotte da rischiare il crollo e non poter attendere qualche annetto nella speranza che alcune cose si sistemino? I genitori di Giuseppe Verdi erano piacentini e aprirono un’osteria proprio nella casa di Roncole; credo che il grande maestro forse avrebbe preferito che questi soldi fosse utilizzati per aiutare i lavoratori delle terre d’origine come erano i suoi, che all’alba, prima di aprire l’osteria quella terra andavano a lavorarla con le mani. Insomma, anche questa volta ce le hanno suonate. Ma possiamo sempre controllarli.

Qui la prima e la seconda puntata dell’inchiesta

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