LO STADIO E IL PARCHEGGIO DELLO STADIO CON BENEDETTO TRA IL LUDICO E IL LURIDO

Questo articolo (di cui oggi pubblichiamo la seconda e ultima parte) è compreso in una serie dedicata ai monumenti di Piacenza. Qui ci sono la prima, la seconda e la terza puntata.

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: COSTANZA CAVANNA

Il parcheggio dello stadio è il luogo sacro in cui Benedetto palleggia prima di entrare in curva. “E’ il posto in cui, una volta presa la patente, arrivavo da Milano e aspettavo l’inizio della gara, tra sciarpe, birre e panini al baracchino” racconta Gigi. “Era la base di partenza delle trasferte, che fossero in pullman, su un furgone noleggiato o in macchina”. Prima delle partite gli ultras della Nord si ritrovano al bar Terzo Tempo, storico covo della frangia più calda del tifo organizzato del Piacenza. “Ma nel nostro immaginario comune – racconta Igor – il parcheggio è un luogo di ritrovo per eventi importanti come trasferte e riunioni tra i membri della curva. E’ anche un ottimo posto per cercare di avere qualche scaramuccia con gli altri tifosi, soprattutto con quelli meridionali che credono di venire qui a fare e parcheggiare quel cazzo che vogliono. Nessuno viene a Piacenza a fare quello che gli pare”. “Ogni volta che dal parcheggio si partiva in pullman per una trasferta – spiega un altro tifoso biancorosso – un mio amico se la faceva sotto dal nervosismo. E ogni volta l’autista faceva finta di partite per farlo salire…”.

GLI INSULTI AL FISIOTERAPISTA

Il parcheggio dello stadio è anche il luogo in cui i fedelissimi della Nord contestavano la squadra dopo una serie di prestazioni deludenti. I tifosi si raggruppavano accanto alla sbarra del parcheggio riservato ai giocatori e aspettavano la loro uscita per invitarli ad andare a lavorare. “Ricordo che una volta, dopo una brutta sconfitta, iniziammo a insultare i giocatori dal finestrino della macchina” racconta un ultras del Piace. “A un certo punto uscì una berlina con un tizio con gli occhiali da sole al volante. ‘E tu che cazzo vuoi? Togliti quegli occhiali da finocchio e inizia a giocare come si deve!’. Continuammo a insultarlo e quello, terrorizzato, non spiaccicava una parola. Finché arrivò di corsa il custode dello stadio: ‘Fermi! Fermi! Quello è il fisioterapista…’”. Sul piazzale dello stadio ci si può anche divertire. “Il nostro passatempo preferito, dopo le gare in notturna, è ‘molestare’ le coppiette che si imboscano sotto ai cartelloni pubblicitari” dice Alex.

IL TEMPO PASSA E L’AMORE DUREX

I cartelloni pubblicitari sono di fronte al campo di allenamento del Garilli. Là sotto, quando scende la notte, è facile vedere macchine protette dalle tenebre in cerca di un po’ di intimità. I resti della sera prima sono ben visibili il giorno seguente. Preservativi usati, scatole di Durex supersottili e una confezione vuota di Levitra, un medicinale simile al Viagra. Il tizio voleva stupire. “Di notte c’è un po’ di tutto” spiegano i proprietari delle case che si affacciano sul parcheggio dello stadio. Ce l’hanno con l’amministrazione comunale e preferiscono restare anonimi. “Gente che sgomma con l’autoradio a tutto volume, ubriachi che urlano, coppie imboscate davanti alla siepe, gente che dorme in macchina dopo la discoteca. Una coppia – spiega una signora arrabbiata – si mette sempre a fare porcherie proprio sotto la mia finestra. Potrei alzare la tapparella e vedere un film porno ogni sera. E’ uno scandalo. Tutte le notti la stessa storia. Abbiamo chiamato la polizia più di una volta, ma nessuno fa niente, Comune compreso. Di notte il parcheggio andrebbe chiuso e custodito”. Passa Benedetto in bicicletta. “Benedetto! Sei andato dal barbiere? Sei bellissimo!”. Beneddetto ride con un dente solo, fa un paio di palleggi, chiede un bicchiere di vino, si accontenta di un sorso d’acqua fresca e se ne va. “Benedetto è un mito. Sono anni che viene a palleggiare davanti alle nostre case. Fossero tutti così… Giusto stanotte una coppia l’ha fatto sulla ringhiera qui davanti. Lei aveva le tette al vento. Le tette, capisci? E’ un’indecenza. Uno schifo. Questa storia va avanti da troppo tempo”. Nel parcheggio del Garilli il tempo passa. L’amore Durex. (Parte 2; fine)

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