I PIACENTINI S’AFFRONTANO IL SABATO

Quando una partita di pallone si trasforma in uno scontro ideologico (e non solo) tra esponenti di destra e sinistra. Sabato scorso Piacenza è tornata all’epoca della politica in piazza e delle botte per l’appartenenza a un simbolo di partito. Ecco la seconda puntata di “Anni Settanta”.

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Son tornati i fascisti. “Durante un torneo di calcetto antirazzista organizzato dai Giovani Comunisti e dal Nap, una decina di fascisti ha fatto irruzione, ha insultato un ragazzo di colore che giocava e ne è nata una rissa. E’ l’ennesimo episodio di intolleranza e di vandalismo fascista avvenuto a Piacenza. Ora basta”. Le parole del segretario regionale di Rifondazione Comunista, Nando Mainardi, arrivano dopo uno scontro sul Faxhall avvenuto sabato scorso durante il torneo “Dai un calcio al razzismo”. Da una parte un manipolo di esponenti dell’estrema destra piacentina, dall’altra una rappresentanza della sinistra locale che aveva organizzato la manifestazione. Fascisti contro comunisti. Neri contro rossi. Camerati contro compagni. La battaglia ideologica, la politica in piazza, le botte per l’appartenenza a un simbolo di partito. Intorno alle 17 di sabato scorso Piacenza è tornata negli anni Settanta. Secondo gli organizzatori del torneo – tra cui Piacenza Antagonista e Movimento Studentesco – il gruppeto inneggiante slogan di estrema destra sarebbe arrivato sul Faxhall durante la finale e avrebbe insultato un ragazzo di colore scatenando la reazione dei presenti. “Nel volantino – dice il Network Antagonista Piacentino, o Nap – avevamo scritto “dai un calcio al razzismo”. Scusate, era più corretto “dai dei calci ai razzisti”. Hanno provato a rovinare una gran giornata. Se ne sono pentiti amaramente. Morte al fascio”.

NON INDIETREGGIAMO, SIAMO DI DESTRA

Son tornati i comunisti. “Non c’è stato alcun insulto razzista. Passavamo sul Faxhall per caso dopo una bevuta e abbiamo semplicemente intonato qualche coro. Non sapevamo neppure che partita fosse, né tantomeno che fosse organizzata dai rossi. Ce ne siamo accorti quando abbiamo sceso le scale del Respighi e ci siamo trovati davanti una cinquantina di persone”. Questa è la versione degli espontenti della destra. La racconta alla Batusa un ultras della curva Nord coinvolto nella rissa. “Eravamo in sette e stavamo andando alla presentazione di Volpe in piazza Cavalli. Quando ci siamo trovati faccia a faccia con una cinquantina di compagni è volata qualche parola grossa, ma nessuno voleva lo scontro, né noi né i loro rappresentanti. Poi a un certo punto due ragazze hanno iniziato a urlare e a gesticolare scatendando il parapiglia. A quel punto, nonostante fossimo sette contro cinquanta, non ci siamo tirati indietro. E’ volato qualche schiaffo e uno dei nostri ha rischiato grosso per via di una bottiglia scagliata verso di noi. Roba di qualche minuto, comunque. Poi loro se ne sono andati intonando slogan antifascisti e noi abbiamo proseguito la nostra strada”. Quando sono arrivati i carabinieri la situazione era già tornata alla normalità. Durante la presentazione di Volpe, nuovo acquisto della Lupa Piacenza, un ultras della Nord raccontava l’accaduto agli amici. Camminava avanti indietro col bicchiere in mano, scuoteva la testa e ripeteva “anni Settanta, roba da anni Settanta”.

Qui trovate la prima puntata di “Anni Settanta”

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