PACCHI A SPILLO

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Il tacco a spillo è un’arte. Bisogna saperci fare, bisogna saperci camminare. Spalle alte, petto in fuori, su la testa. Elegante. Maestosa. Regale. Occhio alle grate e vai tranquilla. Uno scalino dopo l’altro, un passo dopo l’altro e una scala diventa una passerella. Su e giù col collo del piede teso, giù e su senza neanche appoggiarsi al corrimano. Non ci dev’essere la minima incertezza nella camminata sciolta e provocante con tacco 12. E’ questione di stile, padronanza delle caviglie e colpi d’alta classe provati e riprovati in allenamento. L’indagine “Affari di famiglia” della polizia municipale era partita da qui, dai tacchi a spillo. Li calzava una 43enne con pass per disabili sul cruscotto dell’auto (sportiva) che aveva suscitato qualche sospetto. Era il 14 gennaio 2011 e ilPiacenza scriveva: “Aveva il contrassegno invalidi esposto sull’auto, ma invalida non lo era proprio: girava in centro con un’autovettura sportiva e calzava scarpe dai tacchi vertiginosi. Da qui è partita l’indagine della polizia municipale chiamata “Affari di famiglia” che ha portato alla denuncia di quattro persone”, tra cui un medico della Ausl che venne sospeso dall’attività di certificazione d’invalidità.

STESSA FIRMA

L’indagine era partita dopo la segnalazione della piacentina – titolare di un pass per invalidi – che girava in centro al volante di un’auto veloce e con tacchi altissimi, particolari che insospettirono la municipale. La donna aveva ottenuto il pass temporaneo – quello rilasciato di anno in anno – per quattro anni consecutivi. Sul tagliando c’era sempre la stessa firma, quella di un medico certificatore dell’Ausl. La magistratura acquisì altro materiale, più di tremila fascicoli di cui un centinaio con la firma in calce del medico. Da altri approfondimenti venne fuori che anche due parenti della donna erano in possesso di pass per invalidi con la solita firma. Affari di famiglia. Il medico, 56 anni, venne sospeso dall’attività certificatoria e fu denunciato insieme alle altre tre persone per i reati di falso ideologico e truffa in concorso ai danni di enti pubblici (l’Ausl, che nel processo si costituì parte civile, e il Comune di Piacenza).

TACCO E CONTRATTACCO

Ieri gli avvocati e il pubblico ministero Antonio Colonna si sono presentati davanti al giudice Elena Stoppini. Sono stati chiamati a deporre anche alcuni agenti e ispettori della polizia municipale che avevano condotto le indagini. Tra i particolari emersi nel processo che vede imputate quattro persone – la donna coi tacchi a spillo, accusata di falso, i due parenti e il medico della Ausl, per i quali l’accusa è di truffa – ci sono alcune fotografie che ritraggono persone titolari del pass invalidi camminare coi tacchi alti e salire e scendere scalinate ripide senza problemi. Il Comune, così come l’azienda sanitaria, si è costituito parte civile e ha chiesto un risarcimento di ventimila euro. Tacco e contrattacco.

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