Al Kaefu Market c’è tutto, basta non cercare niente. Benvenuti nel discount cinese di via Genova, dove i piacentini entrano per comprare un’asse da stiro ed escono con un antistress a forma di zinna. Ecco la seconda puntata di “China Town”, la nostra piccola inchiesta sui cinesi a Piacenza.
TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: COSTANZA CAVANNA
Il profilattico parlante costa poco più di un euro. E’ un affarone. “Lo prendiamo per Sara? Dài che secondo me le piace…”. Benvenuti al Kaefu Market, dove i piacentini entrano per comprare un’asse da stiro ed escono con un antistress a forma di zinna (e dove noi abbiamo cercato di avere il numero di Sara, ma non ce l’hanno dato). Via Genova, laddove c’era il Bricocenter adesso c’è il discount cinese. Entriamo. I commessi sono indaffaratissimi. Girano con una polo azzurra e spingono carrelli pieni di scatoloni. Nell’aria c’è odore di plastica, devono essere i nuovi alberi di Natale supersintetici. Sono appena arrivati, stanno sull’ultimo piano dello scaffale, accanto alle statue del presepe. Sotto c’è tutto il necessario per addobbare la casa come si deve: palline, fiocchi di neve adesivi, Babbi Natale ad altezza Giovinco da appendere al balcone, luci colorate, angioletti parlanti. Al Kaefu non c’è una logica precisa, e allora accanto alle novità natalizie ci sono coppe e medaglie d’oro per il nonno migliore del mondo, per l’over 30 più fico del mondo e per l’amante migliore del mondo (quelle per il cornuto migliore del mondo non ci sono, devono averle finite). Ogni tanto la musica in sottofondo viene interrotta da una comunicazione in cinese. Seguiamo le forme dei piedi e le frecce disegnate sul pavimento e arriviamo al reparto dedicato alla telefonia. Vuoi un portacellulare con l’effige di Che Guevara? C’è. Vuoi una cover con le orecchie da coniglio che al Boeri spacca? C’è. Al Kaefu spendi poco e trovi tutto, basta non cercare niente.
PENDOLINO KAEFU
Fiori finti. Girasoli, begonie, tulipani, rose rosse, bianche, blu. Ci sono anche i melograni di plastica. Un tizio cerca di farsi capire dal commesso orientale, ma mimare un coprisedile non è facile per nessuno. “Quelli che si mettono sui sedili, i sedili della macchina, i sedili, hai presente?”. Arriviamo all’angolo hot, il preferito dai teenager. Ci sono più falli lì che in una partita di calcio amatoriale: sono sugli stuzzicadenti, sulle forchette, sui coltelli, sulle cannucce, sugli spazzolini da denti. C’è tutto l’occorrente per una di quelle tristissime feste di addio al nubilato che le amiche organizzano con tanto impegno e col noleggio di una Limousine. Oltre ai sexy quaderni con tette e culi, c’è tutta la parte riservata all’abbigliamento: mutande con pacco rinforzato per gli uomini (il massimo per fare colpo durante l’aperitivo al Nina), ali da diavolessa e body con coda di coniglio per le donne. Fantasia al potere: vestito da marinaretta e da scolaretta. Scendiamo al piano di sotto, quello preferito dalle casalinghe. Detersivi, cosmetici, scope di saggina, Mastrolindo, Cif, Vetril, trappole per topi, copriwater con le guardie di Buckingham Palace. Una coppia litiga perché lui ha sbagliato a prendere le misure del box doccia.
LE FAMOSISSIME SCARPE PANTER
C’è anche lo spazio dedicato ai giocattoli: set completo da guerriero ninja per dare la caccia alla sorellina muovendosi nell’ombra, pesce Nemo taroccato, palloni sgonfi, mazze da baseball, palline da ping pong (ma lì lasciate perdere, i cinesi sono imbattibili). Animali: gabbie per gatti, ciotole per cani, guinzagli, spray antipulci. Una vecchiarda compra mezzo metro di tappeto di gomma “perché – dice al commesso – sono stufa di scivolare dopo che ho dato la cera”. A quell’età la rottura del femore può essere letale. Torniamo di sopra, dove troviamo parrucche di tutti i colori e vestiti da sera in triacetato, oltre a enormi pupazzi a forma di panda, paradiso degli acari. Più avanti ci sono le famosissime scarpe Panter e le comodissime scarpe Singhang. I costumi di Halloween sono a metà prezzo alla cassa, dove puoi trovare penne a sfera a forma di siringa e burrocacao Leocrema. E profumi, incensi, gioielli, trucchi, tacchi, narghilè portatili, accendini, pettini. Al Kaefu c’è tutto. Manca solo la riproduzione in scala della statua della Batusa. Andiamo dalla commessa. Scusi, avete statue della Batusa? “No capito, ripete plego”. Statue della Batusa. Le avete? “Abbiamo statue di Libeltà e Tour Eiffell, ma Tusa non abbiamo”.
FOTO MADE IN CHINA
Quest’inchiesta sui cinesi a Piacenza mi sta facendo impazzire dal ridere Fillmer!! Fantastica ma…io ti aspetto al varco col reportage dai centri massaggi e, soprattutto, con le foto (tue!!) della Costanza!!!
Ah ah ah!!