GENITORI IN BLUE JEANS

I mariti piacentini hanno il telefono con due sim: una per la vita reale e l’altra per l’amante. Le mogli piacentine prendono a pugni un sacco di sabbia in palestra per sconfiggere la noia e la routine della vita quotidiana. Ecco la prima puntata della “Strana famiglia”, la nostra piccola inchiesta sulla nuova famiglia piacentina.

fit_boxe

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

La fiamma si stava estinguendo rapidamente, la magia si sgretolava.
La gente intorno a me era troppo reale, troppo mortale,
c’erano donne grasse al braccio dei loro mariti,
vecchie signore con la faccia da prugna secca su gambe traballanti,
bambini che chiacchieravano e facevano confusione,
e pozzanghere di fango per la pioggia della notte passata.
(John Fante, A ovest di Roma)

I mariti piacentini si chiudono nel cesso a messaggiare con l’amante. Lasciano la chiave nella serratura per evitare spiacevoli imprevisti, si siedono sulla tazza con una copia di Libertà e fingono di guardare la pagina dei morti. Poi estraggono lentamente il cellulare dalla tasca, mettono la vibrazione e fanno scorrere la rubrica fino ad arrivare al nome dell’altra, quella che non ha mai problemi, quella che scopa e tace. La donna perfetta. I più esperti usano uno di quei telefoni con due sim, una per la vita reale e l’altra per la giovane amante, che sta con loro per i soldi e perché sa benissimo che tutte le rotture e le crisi di nervi se le sorbisce la moglie, ma loro, i mariti piacentini, si autoconvincono che sia il fascino dell’uomo di mezza età a incantare le ventenni. Se telefonano aprono il rubinetto della vasca e spargono sali minerali fischiettando un vecchio pezzo dei Pooh: “Tesoro, faccio un bagno! Chiamami quando è pronto!”. Poi mettono la mano davanti alla bocca e tornano giovani: “Pucci pucci, orsacchiotto, amò, tenerona”. Se invece devono messaggiare aprono WhatsApp e iniziano a mandare faccine sorridenti e cuori rossi, perché loro sono mariti moderni e stanno al passo coi tempi. La moglie è di là che fa a pezzi una verza. Non potrebbe capire, non deve sapere. Il figlio è chiuso in camera a mandare faccine sorridenti e cuori rossi con WhatsApp, solo che lui ha 14 anni. I mariti piacentini lavano la macchina negli autolavaggi lungo la via Emilia e portano fuori la spazzatura, vestono bene e quando passeggiano sul Corso con la moglie sorridono ai passanti. Portano cappotti eleganti, pantaloni firmati e scarpe classiche. Sono al sicuro, perché l’accordo con l’amante è chiaro: tu non mi conosci, io e te non ci siamo mai visti e se ci incrociamo in via Venti non dobbiamo tradirci. Il telefono è attivo sulla sim della vita reale, e la persona più pericolosa che può chiamare è il commercialista. Allora infilano gli occhiali con le lenti scure e passano la carta di credito alla moglie. “Coraggio cara, comprati quella borsa. Te lo meriti per tutti i sacrifici che fai per noi”. Il figlio fa palloncini con la Big Babol e compatisce il suo padre moderno, schiavo della moglie, uomo sottomesso, inetto, vigliacco, incapace di mollare tutto per scappare a Parigi con una ventenne.

IN PALESTRA

Le mogli piacentine prendono a pugni un sacco di sabbia. Lo fanno per sfogarsi, chissà di che cosa si devono sfogare. Sarà la frustrazione del matrimonio, la routine del focolare domestico. Probabilmente cercano di evadere dai calzini del marito sparsi nei cassetti sbagliati e dai pattini del figlio dimenticati nel corridoio. Allora, dopo mesi e mesi di profonde riflessioni, decidono che è arrivato il momento di smettere di sopportare il peso della famiglia e si iscrivono in palestra. Comprano una canottiera, un paio di pantaloni stretti e legano i capelli dietro la nuca. Poi scorrono la lista delle varie lezioni e scelgono il corso di Fit boxe. Visto che l’unico sport che pratichiamo noi della Batusa è il sollevamento del bicchiere, siamo andati in una palestra della città per saperne di più su questa particolare disciplina. Una ragazza elegante e gentile ci illustra una sala con i sacchi rossi e ci dà un paio di dritte. “Durante questo corso – dice – impari le basi della boxe a ritmo di musica. C’è anche qualche uomo, ma in prevalenza sono donne”. La scusa è che lo fanno per mantenersi in forma, in realtà prendono a calci il sacco pensando che sia il marito. “La musica – spiega – è a discrezione dell’istruttore. C’è chi mette il rock e chi l’house”. Per le più incazzate c’è la Fitness kick boxing, in cui, rispetto alla Fit boxe, si usano in prevalenza i calci. Una volta le mogli piacentine andavano a correre sul Facsal o facevano il punto croce seguendo i consigli delle riviste specializzate, ma la tendenza è cambiata anche per loro: stanche della vita quotidiana, annoiate, stressate, fanno boxe. Che non ha nulla di femminile, né di grazioso, ma che consente di sfogare la propria frustrazione su un sacco di sabbia che non ti ha fatto niente. Poi le mogli piacentine tornano a casa, iniziano a cucinare e pregano Dio di riavere l’uomo di una volta, quello che rideva e respirava insieme a loro.

Share

1 Comment on "GENITORI IN BLUE JEANS"

  1. Quadretto decisamente triste ma, ahimè, sempre più frequente!

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi