VALLA, TRA PIOVANI E REBOLI

Uno contro uno della Batusa con Dede Valla, il calciatore del momento che sta esattamente tra il Pio e Davide Reboli, compagno di trasferte quando Valla era un ultras del Piacenza. Gli abbiamo chiesto un po’ di cose, ma soprattutto volevamo sapere perché dopo un gol abbraccia sempre un tifoso e non una bella ragazza.

DEDE VALLA

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Dede Valla ha uno strano modo di esultare. Capriole a parte, ogni volta che segna un gol corre ad abbracciare Cece Reboli, il più giovane della stirpe. Potrebbe mandare baci alle ragazze e correre ad abbracciare una gnocca, ma Dede Valla cerca proprio il Cece, che si arrampica sulle barriere e lo stringe forte mentre gli altri cantano “lallalalla eee oo Dede Valla!”. Questa è la cosa fondamentale che volevamo chiedere al calciatore del momento, quello che sta trascinando la Lupa con la fascia di capitano al braccio. Col Salso ha fatto un gol pazzesco, mentre domenica scorsa a Pontenure ha servito un grande assist a Marrazzo per la rete del 2-1 della Lupa sulla Fidentina. Dede Valla ha una particolarità: era (è) un ultras, uno della curva Nord, uno di loro. Ha seguito il Piace in casa e in trasferta e si è sbronzato in autogrill prima di indossare la maglia biancorossa e di abbracciare Cece Reboli.

Dede, perché vai sempre ad abbracciare il Cece dopo un gol?
“Per me il Cece è un fratello. Lui è quello che mi ha “iniziato” alla Sparuta Presenza e gliene sono molto grato”.
Invece del Cece non potresti abbracciare una bella ragazza?
“Assolutamente no. Quei momenti sono da godere e condividere solo con gli amici”.
Come ti è venuto in mente di calciare in quel modo il pallone nel gol col Salso?
“Guarda, non saprei. So solo che dopo aver sbagliato lo stop la palla si è alzata e a quel punto l’unica cosa da fare era provare a calciare al volo. L’ho fatto ed è andata bene”.
Quanta percentuale di culo c’è in quel gol?
“Tanta, come in tutti i tiri al volo. L’importante è che sia andata dentro…”.
Che effetto fa giocare davanti a un pubblico così?
“E’ uno spettacolo, la nostra arma in più. Da dilettante è una cosa che ti rimarrà dentro per sempre”.
Per quanto tempo hai seguito il Piace in curva?
“Per dieci anni”.
Quante sbronze hai preso con gli ultras?
“Difficile contarle, ma quelle in trasferta sono le più belle”.
Preferiresti diventare il nuovo Piovani o il nuovo Davide Reboli?
“Sono due persone che nel mio passato sono state sempre nel mio cuore, ma vista l’amicizia che mi lega a Davide scelgo lui”.
Hai mai pensato che un giorno i tuoi amici ultras ti dedicassero un coro?
“Sinceramente no, anche se quando andavo a vedere le partite del Piacenza continuavo a ripetere che un giorno avrei esultato sotto la curva…”.
Il diesse Marzio Merli ti ha elogiato su Facebook, mister Viali ti sta facendo giocare con continuità. Che rapporto hai con loro?
“Un bellissimo rapporto con entrambi. Marzio lo conosco da più di dieci anni ed è un direttore sportivo eccezionale, oltre che una persona leale e sincera. Col mister c’è un ottimo rapporto, quando si lavora è una persona molto seria e pretenziosa, ma nello spogliatoio è un tipo brillante che sta agli scherzi”.
Pensi sia possibile tornare tra i professionisti nel giro di tre anni?
“Credo di sì. La società ha raccolto una responsabilità importante e in poco tempo è cresciuta in maniera esponenziale”.
Il campionato lo può perdere solo la Lupa. Sei d’accordo?
“No. Conosco abbastanza bene il calcio e so che non c’è niente di scontato. Dobbiamo proseguire per questa strada guardando domenica dopo domenica”.
Domanda alla Marco Villaggi: che cosa significa per te giocare con lo stemma del Piacenza Calcio sulla maglia?
“E’ il sogno nel cassetto che diventa realtà. Ho sempre amato il Piacenza e sempre lo amerò. Indossare e onorare la maglia della squadra della propria città è una fortuna che non ha eguali”.
Se la Cremonese ti offrisse un mucchio di soldi per giocare con la maglia grigiorossa cosa risponderesti?
“No, grazie”.

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