Nereo ha rischiato di essere decapitato per aver parlato di cinema, circo e avanspettacolo in uno strano ristorante in cui è il proprietario a decidere che cosa devi mangiare. Si parte con un cocktail leggermente alcolico e si arriva alla torta di limone.
TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: ARCHIVIO TRABACCHI
Questa settimana partiamo dalla foto, perché appena mi sono messo a parlare di cinema, circo e avanspettacolo, Lorenzo Suggerimenti detto Botti, mi ha preso, appoggiato sul ceppo e tentato di ghigliottinare, sostenendo invece essere poesia. Solo il pronto intervento di altri avventori ha evitato il peggio, permettendomi di tornare dalla mia famiglia…. Lo chef/boia, che indossa la cuffia per contenere le idee, come il grandissimo David Foster Wallace indossava la bandana, ancora una volta ci ha consegnato un pranzo innovativo, colorato e senza dubbio di qualità. Il nome del ristorante Suggerimenti, potrebbe essere tradotto in “ti ciucci quel che ti do”, perché la formula è proprio quella di non avere un menu, ma ti vederti arrivare quello che nella giornata la cucina ritiene più opportuno, appunto suggerire. Formula che a me piace e che funziona, sempre se in sala è presente l’occhio attento di Lorenzo, perché su 4 o 5 portare proposte alla cieca, incontrare i gusti di tutti non è facile. Iniziamo con un cocktail solo leggermente alcolico al marakuja, come apripista a un bicchierino di purea di puntarelle con acciughe che ho gradito molto; ma forse leggermente turbato dalla spiegazione di Lorenzo di come i suoi bicipiti si siano ingrossati da quando ha introdotto questa abitudine dell’aperitivo shakerato al tavolo. Fingo improvvisa minzione per predente tempo e poi torno a sedere: vi avevo accennato del cinema, ma andiamo oltre. Dopo pochi minuti, attraverso decine di rose immerse nei cestelli dello champagne, che donano al davvero bellissimo locale un qualcosa di sagrestale, ecco che fanno capolino delle freschissime mazzancolle, sullo stesso letto di puntarelle precipitate, con sformaggiata di parmigiano e olio di qualità. Il piatto viene decantato dalle sue origini al momento della pesca, e dopo essere stati invitati a chiudere gli occhi e ragionare sulla combinazione di sapori assaggiamo: notevole.
Poi la “ Botti’s pearl”! Giunge in tavola con un tagliere tondo di legno, con Lorenzo armato di tegamino da cui scodella un delizioso risottino perfettamente cotto (croccante come piace a me) e mantecato con salsiccia. Ci pianta due forchette in mano e cominciamo a raspare nel piatto comune: non avanza un chicco. Dopo, una sfoglia dolce/salata, che fa da panino a uno spada crudo, grasso e freschissimo con gratuggiata di lime. Una Lorenzata, ma molto gradita. Finale con lacrima nostalgica: torta di limone che ci narra essere riesumata da un suo ricettario fine anni ’80. La sera chiaramente il menu è più ampio con un paio di portate in più. In passato ricordo di aver assaggiato un’ottima rivisitazione dei pisarei non con i fasò, ma con le vongole, e gnocchi di patate serviti in bicchiere Martini, ottimo per il suo effetto scenografico se dopo devi tentare di slinguare la commensale.
Se portate qualcuno da fuori città, che ancora non conosce Lorenzo, fate certamente bella figura, ma preparatelo al sistema. Se ci si vuole andare spesso, io personalmente consiglio il pranzo alla cena, dove forse è più facile trovare cose nuove dato che vi usa come cavie, e soprattutto potete sfruttare la formula del piatto più bicchiere a circa 15 euro. Pranzo completo escluso vini: sui 50. Avrà il suo modo, ma a mio parare uno dei top in città e oltre. Al prossimo boccone!
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