Il piacentino Daniele D’Orazi è il fondatore del Club dei ciclisti nichilisti di Brixton. Ogni sera i soci del club si sbronzano al pub col “Combo de la Muerte” (birra Guinness e whisky Laphroaig a parte – senza ghiaccio) e poi girano in bicicletta per le strade di Londra tra Nietzsche, Shakira e Contador. Col rischio di finire sotto a un taxi.
TESTO: DANIELE D’ORAZI PER LA BATUSA
Sono dieci anni che vivo all’estero, tra Norvegia, Barcellona, e Londra. Sto molto bene qui a Londra, meglio che a San Nicolò a Trebbia, dove sono cresciuto, che lì pensavano tutti che fossi un tipo strano, e mi chiamavano Tanakka il Locco, qui invece mi rispettano e mi dicono che bella barba e sono pure il fondatore e Honourable President del BNCC, ovvero il Brixton Nihilist Cycling Club, ovvero il Club dei Ciclisti Nichilisti di Brixton, ovvero un gruppo di persone la cui Weltanschauung è una zuppa fatta di tre semplici ingredienti: Nihilism/Cycling /Booze (Nichilismo/Ciclismo/Robi alcolici). Suona piuttosto enigmatica e criptica come cosa, ha le fattezze di un essere mitologico, un terzo Nietzsche, un terzo Bukowski, e un terzo Alberto Contador che piglia a centre sul muso uno spettatore al Tour de France del 2011, ma no, noi siamo gente semplice, dai concetti semplici: ci piace bere dei bagagli, andare in bicicletta, e non ci interessa quello che può succedere se andiamo in biga gonfi come Satana, figurati se ci pigliamo male per scazzi con la donna, stress da lavoro, i Maya, gli Illuminati, Shakira, l’Iran e l’aumento delle tariffe del Tube, che tanto noi si pedala ovunque.
BNCC: IL TEAM
Quasi tutti i membri del BNCC hanno avuto incidenti dovuti alla relazione indecente tra biciclette veloci e robi alcolici: io una volta mi son svegliato in un’ambulanza ricoperto di sangue e legato a una sorta di poltrona imbottita, con l’orecchio sinistro penzolante. René – il vicepresidente – dopo vari shottini di grappa del Lidl, ha pensato bene di cuicciare la ruota a un van, ed è rovinato al suolo. Per fortuna è volato via proprio davanti all’ospedale. Santi è uno spagnolo che si è trasferito a Londra l’anno scorso, dopo aver perso il lavoro e la fidanzata con la quale usciva da dodici anni, in una sola settimana. Appena trasferitosi nella città dei Rolling Stones e “Shel” Shapiro (“Bisogna saper perdere”, Sanremo 1967) ha pensato bene di comprarsi una Bottecchia e di darsi ai robos alcolicos come se non ci fosse un tomorrow. Una sera è caduto per evitare un tassinaro più storto di lui che quasi lo asfalta, e che poi quasi asfalta un altro ciclista più avanti, e che infine asfalta una tipa ancora più avanti. Altri membri invece sono più tranquilli: Dario, un pezzo grosso di Fox Channel – scende in bici, ma poi torna a casa su per la collina a piedi, perché è un ciclista nichilista accorto – una sorta di paradosso strano, come un tossicodipendente perfezionista, o un calciatore che legge, tipo Cantona, che non ha fatto in tempo a scrivere due poesie che l’avevan già ribattezzato “Il Rimbaud del football”. Tibbs si presenta sporadicamente, poi s’incazza perché non abbiamo un manifesto – gli inglesi sono molto formali, quando si parla di organizzazioni e relativi statuti – e allora per un po’ non viene. Anthony l’australiano, essendo australiano non ci sballa molto con il clima, e si presenta solo i giovedì nei quali il manto stradale è completamente asciutto, cosa che non succede praticamente mai. Johnny from Sidney viene solo se la fidanza – una bresciana gelosissima che gli bestemmia dietro in dialetto – fa il turno di notte al lavoro. Kath, l’unica donna che abbia mai partecipato a uno dei meeting dei Ciclisti Nichilisti, è venuta una volta, per poi sparire nel nulla. Forse perché non abbiamo un manifesto. O forse perché siamo una banda di dementi stempiati che si comportano come 17enni di Farini. Mah.
TOUR DE FRANCO
Una serata tipica prevede: ore 18:30 esci dall’ufficio in calzamaglia, e spingi sui pedali come El Diablo Chiappucci. Ore 18:50 sei al White Horse per la prima pinta e il solito commento no dai, bagai, stassera un paio di pinte e poi faccio come Baglioni – cioè mi tolgo dai coglioni. Ore 19:01 qualcuno ha già ordinato il “Combo de la Muerte” ovvero Guinness e Laphroaig a parte, no ice, please. Alle 19:12 scatta il terzo giro, e via così, fino a che qualcuno non comincia a parlare della fidanzata, allora capisci che è tempo di andare a mangiare una pizza da Franco Manca, che tanto è giù per la collina, innaffiata da un paio di pinte di Green Demon. Poi giù un’altra pedalata fino all’Effra, dove suonano live jazz, e giù altre Guinness. Poi si torna zigzagando al White Horse, per gli ultimi giri di “Combo de la Muerte”. Ora si affrontano i temi più disparati: Wiggins che nel 2004 beveva 15 pinte al giorno, e nel 2012 ha vinto Tour de France, oro alle Olimpiadi e altre situazioni, la sofferenza che sta al ciclismo come la rabbia working class sta alla boxe, Sartre che sarebbe stato un grande scalatore, ammazza che culo la cameriera e via dicendo, finché qualcuno si ricorda che il giorno dopo si lavora, e allora ciao grazie arrivederci, la prossima volta solo due pinte, eh, ammazza che culo la cameriera e tutti a letto, e porcamignotta mi ero dimenticato che devo fare Brixton Hill per andare a casa, che dopo undici giri mi pesan le gambe.
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