Il bomber di oggi si chiama Matteo Morosini detto “Morolizzatore”, ha la grinta di Gattuso e il culo basso come Seedorf. Gli avversari lo provocano chiamandolo “tortello”, lui risponde sul campo e in un centinaio di tornei parrocchiali. Nel frattempo, tra un tackle e una festa, ha intrapreso la carriera diplomatica a Roma.
TESTO: MARCELLO ASTORRI; FOTO: FACEBOOK
“Il biondo è carino, ma il moro è divino”. Questo è lo slogan dei numerosi estimatori di un piccolo grande bomber che di nome fa Matteo Morosini. Coriaceo ma dal cervello fino, è noto nel panorama calcistico di casa nostra per le sue qualità, ma anche per essere un centrocampista tascabile. La bassa statura per lui non è mai stata un problema, perché ha sempre sopperito con l’astuzia, la grinta (qualità che gli è valsa l’appellativo di Moro-Gattuso) e un fondoschiena di tutto rispetto – ricorda parecchio quello di Clarence Seedorf – con il quale si fa largo tra nugoli di avversari. Il suo volto è celebre per essere piuttosto simpatico, tanto che la sua foto – scattata quando il nostro era ancora in tenera età con la maglia del San Giuseppe – è campeggiata sui quotidiani locali, in apertura alle pagine dedicate al calcio giovanile, per molti anni e fino a non molto tempo fa. Il “Moro” ormai ha 24 anni compiuti, ma non è cambiato di una virgola. Cronaca in passato lo premiò come miglior centrocampista della sua categoria in occasione degli Oscar dei dilettanti, peccato che non ci fosse la statuetta per il “lato b” più efficace: sarebbe stata sicuramente sua. Autoironico, festaiolo impenitente, ma anche studente modello. I suoi studi lo hanno portato alla Luiss di Roma per intraprendere la carriera diplomatica, dove è diventato da subito l’idolo della rappresentativa universitaria.
La sua straripante simpatia ha portato i suoi fan ad istituire una pagina Facebook a lui dedicata con oltre un centinaio di iscritti, questi si divertono a coniare sempre nuovi soprannomi per il loro beniamino e a postare le suo foto che immortalano scene di vita mondana, tra burle e sguardi ammiccanti in mezzo alle ragazze. A Vigolzone lo conoscono molto bene e si ricordano le sue doti di funambolo del centrocampo, tanto che ogni volta che ritorna a Piacenza, lo riaccolgono tra le fila della squadra. La sua tenacia e la sua bravura sul campo talvolta hanno irritato gli avversari a tal punto da spingere qualcuno a rincorrerlo accusandolo di essere un “tortello”. Lui per tutta risposta ha sempre messo a tacere tutti, vincendo campionati da dominatore del cerchio di mediana. Ogni anno l’estate è il periodo in cui si cimenta in una quantità smodata di tornei parrocchiali, tanto da essere protagonista su più campi cittadini nella stessa serata: per molti sarebbe impensabile, non per i duri e puri come lui. Le sue squadre riescono praticamente sempre a vincere, squadre che contengono quasi sempre il suo nome (“I Morolizzatori e “I Moraccioni”). Spesso si accusa chi gioca troppo al pallone di pensare poco a qualcos’altro; nemmeno questa volta è il suo caso: le donne lo adorano a qualsiasi latitudine.
Moro sei mitico! firmato La Mamma
Moro, sei un mito e lo sanno anche qui a BG!
Ma i tortelli quando li porti?