LA SINISTRA CHE NON C’ERA

«Pronto».
«Pronto, compagno, come va?».
«Ohi, ciao camerata, eheheh, come stai? E’ da un po’ che non ti sento».
«Ah sì, sarà dall’ultimo convegno di Occhetto».
«Eh, bei tempi. Dimmi tutto».
«Volevo sapere se ieri c’eri andato».
«Dove?».
«Eh, dove, ad ascoltare quelli là».
«Ah, no! Guarda, non mi interessa più niente della politica».
«Capisco, poi il piccolo cavaliere ha rovinato tutto».
«Già». 

Strane telefonate volteggiavano nell’etere questa mattina. Vecchi compagni, classe operai e antagonisti del sistema che non si sentivano da anni, per lo meno dalla caduta di Veltroni da Sindaco di Roma, si cercavano, si interrogavano, rivangando il passato. Perché ieri sera a Piacenza c’era Paola De Micheli, lei, esponente di spicco del renzianissimo Pd che non ha riacceso gli entusiasmi sinistrorsi sopiti sotto la cenere. La vecchia sinistra piacentina, ieri sera, non c’era, almeno a scorgere le foto dei media locali: c’erano i piddini Bergonzi e Perrucci, il segretario del sottosegretario, Sichel, l’istituzionale presidente della Provincia, Rolleri, forse c’era qualche altro simpatizzante della falce e martello ben nascosto tra le sedie. Ma tutto il resto della sinistra si è dato assente, vecchi e nuovi dirigenti di quella parte politica hanno deciso di restare a casa.

«Be’, allora ci vediamo alla prossima festa dell’Unità»
«No, dài, lì non ci fanno entrare. Magari è meglio quella dell’Anpi.
«Ok, chiamami».
«Ciao compagno».
«Viva la lotta di classe!».

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