REPORTAGE

All’una del mattino di domenica, a poche ore dal comizio di Pier Luigi Bersani, i bettolesi erano indifferenti. Qualche ora dopo in piazza Colombo arrivano un migliaio di persone, ma per la festa degli alpini ce ne erano più di 3500. Ecco la prima puntata della nostra piccola inchiesta sul giornalismo on the road di Piacenza.

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: COSTANZA CAVANNA

Al tavolo del bar Roma c’è un tizio che beve Montenegro con la cannuccia. Ha il cappuccio in testa e guarda in direzione della pompa di benzina di Pier Luigi Bersani, che si trova a pochi metri da lì. “Giornalisti eh? Volete sapere cosa ne penso del nostro famoso concittadino?”. Dopo dopo, prima vogliamo sapere perché beve il Montenegro con la cannuccia. “Comincia a fare freddo e non ho voglia di congelarmi le mani per tenere in mano il bicchiere”. Il nostro reportage inizia da un bar e non poteva essere altrimenti: le storie interessanti si trovano al bancone o nella bottega di un barbiere. Bettola, l’una del mattino di domenica 14 ottobre. Tra poche ore Bersani terrà il primo comizio della sua campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico, o Pd. Renzi ha il camper, lui la benzina. Intorno alle 11 tutti i giornalisti piomberanno qui e scriveranno certamente che Bersani avrà parlato a una folla oceanica. A Piacenza e dintorni succede sempre così. Per i giornali e i siti Internet qualsiasi evento è un successo, anche se ci sono tredici persone stanche di vivere. Intanto è notte fonda e Bettola freme. “Ma chi? Non ci interessa niente del comizio di Bersani”. Scusi, giornali e siti Internet piacentini e nazionali hanno dato ampio risalto al politico di successo che lancia la sfida al rottamatore dalla piazza del suo paese, davanti alla sua gente, nella pompa di benzina della famiglia. E’ una bella storia, scusi. L’attaccamento alla propria terra, il ritorno alle origini, la casa della nonna. “Classica mossa politica, su. Pensi che questo è il primo comizio che Bersani tiene a Bettola” dice il tizio col Montenegro sostenuto da un paio di amici. Le bariste escono a fumare una sigaretta e annuiscono. “Bersani o non Bersani, comizio o non comizio, a noi non cambia niente”.

 IL METRONOTTE VIGILA

Proseguiamo sulla stessa strada e troviamo il ristorante Boccaccio. L’insegna è ancora accesa, dentro ci sono cinque persone che bevono il bicchiere della staffa. “Domani non sarà una giornata diversa da tutte le altre. Cosa vi aspettatavate? Striscioni e manifesti pro Bersani? Beh, avete sbagliato tutto” dice il titolare Marco Bergonzi. “Per noi è un giorno come un altro. Non abbiamo preparato nulla di particolare per l’occasione”. Veramente si è parlato di un menu a prezzo fisso (15 euro) adottato da tutti i ristoranti del paese. “Sì, è vero. Peccato che sia l’una di notte e che nessuno mi abbia telefonato per darmi la conferma. Mi hanno chiamato mercoledì per anticiparmi la cosa, poi non ho più sentito niente. Amen. Se non mi chiamano entro domani mattina adotterò il menu di sempre”. Il ristorante Boccaccio, così come il bar Roma, è accanto alla pompa di benzina più famosa del Pd. Andiamo sul piazzale del distributore e scattiamo un paio di foto all’insegna “Esso” e alla regia mobile della Rai, arrivata sul posto sabato mattina. Il furgoncino con la parabola è sorvegliato da un metronotte annoiato. E’ in un angolo a fari spenti. Tutto pronto per il comizio? “Boh, mi hanno solo detto di piantonare il distributore e io sto eseguendo gli ordini. Siete della Rai?”. No, della Batusa. “Che?”.

CRISTOFORO COLOMBO BERSANIANO DOC

E arriviamo in piazza Colombo. L’unico segno dell’imminente comizio sono tre transenne con un cartello di divieto di sosta dalle 8 alle 14. La piazza è deserta. I vecchi dormono e i giovani saranno a non farsela dare in qualche discoteca. C’è solo la statua di Cristoforo Colombo, bersaniano doc. C’è anche una fontana con i pesci (ovviamente rossi). Fine. Non c’è uno striscione, non c’è un manifesto di stampo campanilista che annunci il ritorno del figliol prodigo. Niente di niente. Marco, proprietario del bar Centrale, che si affaccia direttamente sulla piazza, sta abbassando la saracinesca. Ci invita a entrare. La televisione è sintonizzata su 7 Gold, due cantanti di liscio intonano un pezzo di Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo con accento bresciano. Le pareti sono tappezzate di sciarpe del Milan. Non c’è manco un ritratto di Bersani. A guardare le foto, sembra che il bettolese che ha fatto strada sia Ruud Gullit. “Bersani non ha fatto molto per Bettola” dice Marco. “Viene qui ogni tanto, ma non si fa vedere in giro. Viene a trovare i familiari e i vecchi amici, magari fa un salto veloce in piazza e poi se ne va. Scommetto che anche gli altri le hanno detto che domani sarà un giorno uguale a un altro. Faremo qualche caffè in più, tutto qui. Il grosso dei sostenitori di Bersani arriverà da fuori, non penso che ci saranno molti bettolesi. L’unica cosa positiva del comizio è che il paese avrà un po’ di visibilità in televisione e sui giornali. Tutto qui. Per Bettola e per i bettolesi non cambierà niente”. Ancora qualche ora e Bersani arriverà alla pompa di benzina del padre, accenderà un mezzo toscano facendo attenzione a non far esplodere tutto e dirà che non ha paura di Renzi. Si parla di un migliaio di persone in piazza e Libertà, come da previsione, scrive che Bersani ha fatto il pieno nella sua Bettola e che è stato avvolto da un bagno di folla. Piccola curiosità. Telefoniamo all’associazione nazionale alpini sezione di Piacenza, che ha sede a Bettola. Rispondono subito e ci dicono che nel 2002, per la festa degli alpini, in piazza Colombo c’erano più di 3500 persone.

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