POPPANTI DI SINISTRA

Cronaca di una lunga giornata di un’inviata della Rai spedita a Bettola tra i concittadini di Bersani dopo la vittoria delle primarie. Intervista chiunque ma non trova nulla di interessante, vaga per bar e officine, vorrebbe sentirsi dire che in piazza hanno fatto i caroselli ma sono tutti indifferenti. Fino al colpo di genio: chiedere a due bambini di 10 anni se sono di sinistra e se sono contenti che abbia vinto Bersani.

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TESTO: EMANUELA GATTI; FOTO: INTERNET

Una troupe della Rai a Bettola. Il motivo è scontato: Bersani ha vinto le primarie e Bersani è di Bettola. Stop. Il servizio di Rai News, praticamente non montato, tutto live, tutto in diretta, dura 12 minuti (qui il video). La giornalista si aggira tra bar, officine, strade e tabaccai. Fa domande in italiano e le rispondono in dialetto piacentino. Le “r” mosce si sprecano. “Siamo della Rai, possiamo fare qualche domanda? Senta, è contento che ha vinto Bersani? Cosa dovrebbe fare se diventasse premier?”. Questo l’approccio standard a ogni essere animato che le si pari davanti, uomo o donna o altro. E’ che l’inviata non si rende conto di essere a Bettola. A Bettola giocano a briscola con il cappello in testa, bevono bianchini al bancone del bar, il caffè è un rito, ogni cosa ha degli orari, degli itinerari ben precisi. Non si può entrare con una telecamera in un bar e fare domande a raffica interrompendo i sacri ritmi paesani. Per sua fortuna, per chi non parla, per chi pensa che Bersani premier o presidente della Repubblica non cambi la vita ai bettolesi, c’è qualcun altro che risponde. L’età media degli intervistati è sulla settantina. “Conosco i Bersani, brava gente, ma a me non importa. Viene qua solo quando c’è da votare” dice una signora. “C’è da mandare a casa della gente là a Roma, è pieno di vecchi”. Per la giornalista si profila una lunga giornata. “Sì, mi parli pure, ma guardi in camera, ecco, così, si giri di qua, no, di là, ecco, venga, mi dica”. I bettolesi non sono avvezzi alle telecamere, ma sono gente schietta. “Io sono contento. Vede, Bersani è un politico in senso pieno e la politica è l’arte del possibile” dice un tizio che ha letto troppi libri di Kant. La giornalista sorride, uno quei sorrisi che si fanno quando non si capisce niente di quello che è stato detto e il tempo stringe perché in redazione vogliono il servizio. Allora passa oltre, meglio i vecchietti.

 L’ULTIMA SPERANZA: IL MECCANICO

La caccia prosegue, è una caccia fortunata: trova i cugini di Bersani, sia da parte di madre sia da parte di padre. Un amplein en plein. “Siamo contenti che abbia vinto lui”. E cosa mai potevano dire? L’inviata della Rai, mai doma, non ancora soddisfatta, entra in un’officina. Stessa domanda, e un tipo con un bel foulard a pois risponde: “Io sono di un’altra parte politica, però se ci fosse stato un giovane sarebbe stato meglio”. Lei controbatte: “Ma non è che nel Pdl ci siano molti giovani, non siete messi meglio”. E’ una tribuna politica, è una puntata di Porta a Porta, è un dibattito tra valvole e pistoni. Quasi tutti quelli che parlano sono delusi: “E’ la solita marmellata”, “io i due euro me li sono tenuti”, “ci hanno ridotto alla fame”, “destra e sinistra sono uguali” e altri slanci di originalità. Ma se sei riuscito a resistere per undici minuti di fila guardando il servizio da Bettola, sei ripagato dalla chicca finale. L’inviata ferma due bambini con lo zaino in spalla, avranno 10 anni, sorridono, si sentono importanti. Beata gioventù. Via, anche con loro si parla di politica: “Sapete chi è Bersani, no? Siete contenti che abbia vinto?”. E loro: “Certo che siamo contenti, è di Bettola. Ci piace». Ma lei non si ferma, sente aria di scoop: poppanti di sinistra. “Ma allora siete bambini già di sinistra? E perché vi piace di più la sinistra?”. La domanda è geniale. La risposta lo è di più:  “Perché Bersani è di sinistra e Bersani abita a Bettola”.

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1 Comment on "POPPANTI DI SINISTRA"

  1. Veramente si scrive en plein, non amplein

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