NUOVE PAGELLE, VECCHIE FREGATURE

Le scuole piacentine hanno intenzione di sostituire la pagella cartacea con quella online. Dicono che sia colpa dei tagli del Governo, forse il vero motivo è che vogliono fregare gli studenti che falsificano i voti. Ma si dimenticano che c’è gente che entra nei computer dell’Fbi…

pagella

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Credono di fregarli così. Con la pagella online. See. Poveri illusi. Per incastrare uno studente non basta pubblicare i voti sul web o mandare una mail ai genitori. Sono riusciti a truccare le pagelle cartacee e troveranno il modo di occultare anche quelle virtuali. Forse saranno un po’ più difficili da falsificare, ma oggi i ragazzini di otto anni hanno l’iPhone e smanettano tranquillamente sul computer, figuriamoci se non escogiteranno un sistema per fregare a loro volta i prof e i genitori. Le scuole piacentine che hanno intenzione di sostituire la pagella di carta con quella online hanno sottovalutato gli studenti. Oggi Libertà ha scritto che molti istituti della città lo hanno già fatto, e alla fine di gennaio, dopo gli scrutini, pubblicheranno tutto su internet. I prof e i presidi hanno detto che il taglio dell’edizione cartacea è stato imposto dalla spending review, ma forse questa storia della pagella online è solo un trucco per incastrare chi falsifica i voti. Perché la pagella è un incubo che ti accompagna dalla prima elementare alla quinta superiore. E’ il pezzo di carta che tormenta ogni giovane, è il simbolo di un’attesa drammatica e di una crisi di nervi permanente. Certo, i nerd che studiano tutto il giorno e che non hanno mai limonato la vivono come un premio per le loro fatiche, un vanto da presentare a casa per ricevere in regalo l’ultima versione dell’Ulisse di James Joyce, ché dopo aver letto Anna Karenina di Lev Tolstoj hanno bisogno di qualcosa di più leggero. Beati loro, gli unici che vivono con la massima tranquillità e un filo di goduria i quadrimestri che separano la pagella dalle mani dei genitori.

HARVARD PUÒ ASPETTARE

Alla fine è tutto lì: una frazione di secondo, un attimo, un passaggio di mano in mano che segna la tua sconfitta e che gli studenti tentano di scongiurare – o almeno di rimandare al più tardi possibile – in vari modi. Ci sono quelli tradizionali, per esempio. Arrivi a casa, apri lo zaino dell’Eastpak e prendi un libro qualunque. “Cazzo ma’, devo aver lasciato la pagella nel libro di storia”. “E dov’è il libro di storia, tesoro?”. “Eh, sotto al banco…”. Un giorno è andato, e magari tua madre non sospetta ancora nulla. Ma è solo un rimedio temporaneo, e poi un giorno passa in fretta. Allora c’è chi prende la pagella e la butta nel bidone sul piazzale della scuola. Questa è la soluzione drastica. “Uhm uhm… L’ho persa!”. Così facendo guadagni altro tempo, perché prima tua madre ti dice di chiedere in segreteria – dove ovviamente non ti vedranno mai – e poi prende in mano la situazione e chiama a scuola con la voce un po’ scocciata per chiedere una copia del prezioso pezzo di carta, che riceverà solo dopo un casino burocratico infinito. Quindi, quando la copia è pronta, c’è la soluzione estrema: falsificazione. Servono nervi saldi, sangue freddo e massima concentrazione: una mano di bianco, un tratto leggero e via. Italiano: 8. Matematica: 9. Storia: 9. Fisica: 8. Religione: livello prelato. Poi basta lasciare un paio di insufficienze in quelle materie inutili tipo musica e storia dell’arte per rendere il tutto più credibile e per non rischiare di finire ad Harvard senza sapere qual è la capitale della Francia.

ARCHIVI POLVEROSI

Così, dopo lunghi giorni trascorsi in fuga a fumare spinelli e a bere birra ai giardinetti, per tua madre sei uno studente modello, l’orgoglio della famiglia, il figlio che la vicina di casa non ha mai avuto. Fai firmare ed è fatta. La Playstation e la paghetta sono salve. Ora, i dilettanti rimettono le cose a posto e falsificano nuovamente la pagella coi voti precedenti facendo una doppia fatica, mentre i professionisti lasciano tutto così com’è, perfettamente falso, tanto sanno benissimo che nessuno ci guarderà più e che la pagella finirà in qualche archivio polveroso. E i presidi degli istituti piacentini che cosa fanno? Tolgono la versione cartacea della pagella con la scusa dei tagli del Governo per non farsi più fregare dagli studenti. Che assurdità. C’è gente che riesce a entrare nei computer dell’Fbi, figuriamoci se qualche studente non troverà il modo di falsificare una pagella online. (Ovviamente parliamo per sentito dire, perché nessuno della Batusa si è mai sognato di falsificare una pagella. Noi abbiamo grande rispetto per il corpo docente e sappiamo quanto sia importante la formazione culturale, il semplice nozionismo e l’istruzione scolastica, soprattutto quando sei chiuso nel cesso con la bionda del primo bianco).

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