AMARCORD

Massimo Polledri è fuori dal Parlamento, in cui era entrato per la prima volta nel 2001. In dodici anni il leghista piacentino ha presentato diverse proposte di legge, ha discusso animatamente con molti colleghi di altri partiti e ha fatto notizia sui giornali con dichiarazioni come “se i miei figli fossero gay sarebbe come se mia figlia mi dicesse mi faccio suora o sposo un marocchino” e “se ci caliamo le braghe noi può esserci una bella sorpresa per te” rivolta a una deputata del Pd.

polledri ok

FOTO: INTERNET

Massimo Polledri girava per le vie del centro con una vecchia jeep americana. Era una Willys, o qualcosa di simile, di colore verde scuro, ed era il simbolo della Lega Nord a Piacenza: quando c’era in giro la jeep significava che la Lega era in piena campagna elettorale oppure aveva già ottenuto un buon risultato alle elezioni. Polledri era al volante o sul sedile del guidatore, con gli occhiali rossi e il fazzoletto verde. Dietro, al posto della bandiera statunitense, sventolava il vessillo con Alberto da Giussano e il Sole delle Alpi. Bei ricordi. Vecchi ricordi. Quasi un amarcord, dato che dopo dodici anni Polledri non avrà più un posto in Parlamento. Lo ha annunciato lui stesso tre giorni fa: “Non sarò nelle liste per queste elezioni politiche. Hanno prevalso altre logiche, generali e locali” ha detto prima di ringraziare Umberto Bossi e Silvio Berlusconi “per la magnifica opportunità di sedere in Parlamento per dodici anni”. Polledri è fuori. Dopo dodici anni non sarà facile togliere l’etichetta di onorevole che ha portato per la prima volta davanti al nome nel 2001, dopo la maturità al liceo Respighi e la laurea a pieni voti in Medicina e Chirurgia con specializzazione in neuropsichiatria infantile. Che cosa succede dal 2001 in poi lo spiega lo stesso Polledri sul suo sito internet: “Dal 2001 al 2006, mia prima legislatura, vengo nominato Capogruppo Commissione Attività Produttive alla Camera dei Deputati. Dal 2006 al 2008 la mia attività parlamentare continua al Senato, dove sono membro della Commissione Bilancio e della Commissione Sanità. In quest’ultima legislatura, iniziata nel 2008, torno alla Camera dove, oltre ad essere membro della Commissione Bilancio, ricopro le cariche di Vice Presidente della Commissione d’Inchiesta sugli errori sanitari e di Capogruppo della Commissione Bicamerale Infanzia”.

UN MAZZO DI FIORI ALLA DEPUTATA DISABILE

Molto lavoro e molti impegni politici in Parlamento. Ma anche qualche polemica che ha fatto il giro delle testate nazionali. Per esempio la vicenda che coinvolse la deputata del Partito Democratico, o Pd, Ileana Argentin. “Tutto è cominciato con un brutto equivoco” scrisse il Corriere della Sera il primo aprile 2011. “Osvaldo Napoli (Pdl), ha visto l’ assistente di Ileana Argentin (Pd) che applaudiva durante l’ intervento in Aula di Italo Bocchino (Fli) e si è innervosito. Era mezzogiorno: ieri a Montecitorio l’ aria è già più che arroventata. Osvaldo Napoli ha chiesto all’assistente dell’Argentin di smettere quel battimano. Massimo Polledri (Lega) si è associato rapidamente. “Ha ragione, basta”. La deputata del Pd è andata su tutte le furie. Ileana Argentin, infatti, soffre di amiotrofia spinale, una malattia che porta ad un progressivo indebolimento dell’apparato muscolare, non può usare le sue mani per applaudire. Usa quelle del suo assistente che è lo stesso che la porta sempre in giro per la Camera sulla sedia a rotelle e l’ aiuta in ogni sua azione quotidiana”. “Subito dopo le frasi di Napoli – raccontò la Argentin – hanno gridato contro di me una frase terribile: “Fate stare zitta questa handicappata di me..”. Non so chi sia stato, mi sembra venisse dai banchi della Lega. Ma l’ ho sentita distintamente”. In un primo momento si pensò che l’autore della frase fosse Polledri, che smentì categoricamente: “Dopo 12 ore di ostruzionismo da parte dell’opposizione – disse l’onorevole della Lega a Piacenza24 – pensando che fosse un altro intervento in questo senso, a microfono spento ho detto – basta andiamo avanti, ha ragione –  rivolto a un deputato del Pdl (Osvaldo Napoli). Poi quando la collega Argentin ha spiegato il suo intervento ho prontamente chiesto scusa e pensavo di aver chiarito l’equivoco. Oggi ho richiesto scusa, ma ovviamente le altre frasi non sono mai state dette”. Polledri chiese scusa anche in aula e mandò un mazzo di fiori alla Argentin.

OMOFOBIA E CELODURISMO

Poi c’è la storia dei tweet in aula, quando Polledri confuse omofobia e omosessualità. Il 21 ottobre 2011 fu raccontata nel dettaglio da Libero: “Mai fidarsi  di Twitter e Facebook. Giovedì ne hanno avuto prova anche il deputato del Pd Pierangelo Ferrari e il collega leghista Massimo Polledri. Il primo, su Twitter, ha scritto: “L’on Polledri, Lega, ultracattolico e omofobo, interviene attaccando la Bce. Nel nome di CrediNord, la banca leghista fallita”. Apriti cielo, anzi social media. Polledri legge e va su tutte le furie, alzandosi dai banchi e gridando a Ferrari: “Mi hai dato del malato!”. Ferrari balbetta e su Twitter replica: “Polledri mi aggredisce gridando: “Mi hai dato del malato!”. Gli ho dato dell’omofobo, ma che abbia capito… Non è possibile!”. Oppure quella volta in cui Polledri se ne uscì con la frase “se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te” nei confronti di Pina Picierno (Pd) durante una diretta radiofonica ad Agorà. “Pina Picierno – scrisse il Gazzettino il 23 giugno 2011 – stava criticando la politica del Carroccio giudicandola vicina al doppio gioco: “La lega a Pontida lancia segnali di celodurismo, ma poi arriva e Roma e si cala le braghe”. Secca la replica di Polledri, detta però sottovoce. Il confronto è proseguito senza ulteriori metafore sessuali. Cosa era accaduto si è capito dopo, quando la cabina di regia di Agorà ha avvertito il conduttore Andrea Vianello dell’accaduto. È bastato ascoltare la registrazione per avere la conferma dell’infelice battuta. Così la deputata è stata avvertita sul telefonino”. Stessa storia e stesse polemiche quando Polledri, lo scorso anno, intervenì sul tema dei gay alla Zanzara di Radio24. La frase incriminata fu questa: “Se i miei figli fossero gay non sarei contento, sarebbe come se mia figlia mi dicesse mi faccio suora o sposo un marocchino” (Tg Com24). Insomma, in dodici anni da onorevole Massimo Polledri ha presentato molte proposte di legge, ha discusso animatamente con molti colleghi di altri partiti, ha fatto notizia sui giornali e ha fatto parecchi chilometri con la jeep per festeggiare i successi della Lega. Ora Polledri è fuori dal Parlamento. Ci mancherà.

scrivania@labatusa.it

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