IL CARROZZONE

I “tifosi per caso” seguono la moda, non hanno mai visto una partita di volley in vita loro e sono sempre pronti a saltare sul carro. Fino a un paio di settimane fa nessuno si filava il volley femminile, ora la Rebecchi è la squadra del cuore dei piacentini che domani riempiranno il PalaBanca senza sapere che cos’è un bagher.

VOLLEY 2002 FORLI BOLOGNA - REBECCHI NORDMECCANICA PIACENZA

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Il volley era uno sport sfigato. Il calcio veniva sempre prima, c’era il Piace in serie A, lo stadio era pieno perché c’erano la Juve e il Milan e a Piacenza non esisteva altro. Poi il Piace è retrocesso e non è più risalito, ha iniziato a fare campionati di serie B di contenimento, senza mai puntare alla promozione (salvo nel 2007 con Beppe Iachini in panchina) e contemporaneamente è salito il livello della pallavolo, col Copra di Guido Molinaroli e la Rebecchi che zitti zitti sono arrivati nella massima serie. Quando poi il Copra ha vinto lo scudetto è arrivata la consacrazione: Piacenza capitale del volley. Ora va ancora meglio, dato che sia il Copra sia la Rebecchi si stanno giocando il Tricolore. Il volley femminile era considerato meno di quello maschile. Non per una questione sessista, semplicemente perché in ogni sport l’attenzione viene catalizzata dagli uomini. Ma ora che la Rebecchi Nordmeccanica è in finale sono diventati tutti improvvisamente grandi tifosi e grandi esperti di volley femminile. Vanno al bar, aprono Libertà e fanno commenti: ah, la Turlea, che giocatrice ragazzi! Parlano di tattica, di schemi, fanno gli allenatori come accadeva un tempo nel calcio. Non hanno mai visto una partita di volley femminile in vita loro, pensano che la Foppapedretti sia solo un’azienda leader nel settore del legname e non una squadra che ha vinto tutto, credono che il libero sia l’ultimo uomo, quello che sta davanti al portiere, e lo sfottono perché ha sbagliato maglietta.

MANONE DI GOMMA PIUMA
Domani il PalaBanca sarà pieno come non mai. Ci saranno quelli che seguono la squadra da anni e quelli che sono pronti a saltare sul carro, quelli che seguono la moda e vanno dove va la massa, i classici piacentini che si appassionano a una squadra solo quando è al top. E’ successo col Piacenza Calcio, che al secondo anno consecutivo di serie B faceva la metà della metà degli spettatori rispetto alla A; è accaduto col Copra, che è diventato una tendenza quando è andato in A1 e ha iniziato a prendere gente come Julio Velasco; ora tocca alla Rebecchi, snobbata dalla massa fino a un paio di settimane fa e adesso squadra del cuore di tutti i piacentini. Se fossimo nei panni dei tifosi storici della Rebecchi, quegli appassionati che seguivano la squadra quando non se la filava nessuno, un po’ ci girerebbero: dov’erano tutti quando la Rebecchi era in A2? Ma in fondo è fisiologico: più si arriva e in alto e più tifosi si hanno, più le ambizioni crescono più cresce il pubblico. Però domani sarà divertente vedere gente mai vista in un palazzetto che esulterà a ogni punto e che farà foto da pubblicare su Facebook con la posizione – “si trovava qui, Piacenza, PalaBanca” – per far vedere che c’era anche lui. E poi magari si unirà ai festeggiamenti, con la sciarpa coi colori sociali legata sulla fronte a mo’ di bandana e l’autografo di una giocatrice a caso – tanto non le conosce – da mettere su Instagram. Il carrozzone dei “tifosi per caso” si sposta da sport a sport: lo trovavi al Garilli e lo ritrovi al PalaBanca, con qualche puntata al PalAnguissola, perché l’anno scorso tirava il basket. Poi non si vedono più per un anno, fino alla finale successiva – se non ci dovessero essere finali non li rivedrai mai più, perché per una semplice partita di campionato non si muovono. E se un giorno dovesse andare di moda il baseball, te li ritroveresti tutti attorno al diamante col cappellino dei New York Yankees e la manona di gomma piuma a fare un tifo sfrenato, massimi esperti di battitori e interbase, pronti a dire che seguivano il baseball quando tu non eri ancora nato.

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1 Comment on "IL CARROZZONE"

  1. Tifo Copra da 12 anni e nn condivido affatto questo senso di possessività del tifo, anzi ho sempre cercato di coinvolgere amici, amiche, colleghi e condividere questo sport spettacolare ed appassionante, soprattutto on occasioni importanti. In tanti casi son diventati tifosi fidati! E sono contenta che aumentino i tifosi alle finali, in fondo, c’è comunque gente che – a differenza del vero tifoso – apprezza lo sport semplicemente e x questo magari guarda solo i playoff, perché il livello è più alto. Ci può stare. Sono fiera delle ragazze della Rebecchi,che comunque rappresentano la nostra città, o meglio, Rivergaro e per questo domani tiferò x loro, ebbene sarò una tifosa dell’ultimo minuto e, stai sicura – cara Batusa- farò un casino esagerato! E vedrò pure un bellissimo ed adrenalinico spettacolo!

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