NEREO

Diciamocela tutta: mangiare e bere durante l’Adunata è un’impresa. Tra indiani che cucinano specialità piacentine e ristoratori che hanno ordinato un vino “che va bene per gli alpini” (ma che cosa vuol dire?), abbiamo mandato Nereo in ricognizione.

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TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: LA BATUSA

Bella la festa, bella la città tricolore, bella l’atmosfera che si respira, ma diciamocela tutta: mangiare e bere durante l’Adunata degli alpini non è certo una faccenda per bambini. Per le strade fungheggiano enormi fusti di birra di varie marche e modelli, fregiandosi di spelacchiature quasi fossero medaglie ricevute in altri grandi eventi. L’altra sera a mezzanotte sono arrivato un po’ brillante (non brillo) nella semi curva di Largo Battisti e per poco non entro con lo scooter in un chioschetto per crepes, tipica pietanza di montagna, cucinate da un indiano (cultore e custode della tradizione del piatto). Baristi, ristoratori, enotecari, locandieri, osti, si sono attrezzati con tutto quello che riuscivano a trovare per garantire su marciapiedi, o attraverso finestrelle, piatti da street food in cartocci bigiunti. Il tortello o pisareo da strada spero rimanga nella tradizione. All’interno dei nostri locali invece si sono ragionati menu (in molti casi sempre erroneamente scritto con l’accento sulla u, ma questa volta può passare se convinciamo un accento a spacciarsi per penna), per garantire ai graditissimi ospiti, assaggi di sapori piacentini a prezzi contenuti.
Così nel dettaglio si legge: un primo a scelta, un secondo, acqua e caffè dai 15 ai 20 euro. Poi in calce a caratteri cubitali, visibili dall’altro lato della strada: BEVANDE ESCLUSE. E lì, stando agli amici del settore che ho intervistato, parte il bussinnes: “Fighi, questi bevono eh… Ho tutto quel che serve: bicchieri di carta, panini con la coppa da 1 euro. Mi sono fatto mandare una bella botte di un vino che per loro va bene (chissà che cosa vuol dire), e poi se non basta ho birra, a fiumi… Per il mangiare poi, taglio giù della coppa (taglio giù? Da dove? Poi, osservando il movimento delle mani del mio interlocutore capisco derivare dal senso ascensionale della lama…). Insomma, tutto è pronto come per una vera battaglia. I ristoratori sono arroccati nei loro locali o seppelliti nelle trincee appositamente scavate e costruite con tavoli di legno in strada, per attendere l’esercito alpino, che pare giungerà con fameliche bocche spalancate. Quando il sindaco Dosi ordinerà di aprire il fuoco, i nostri spareranno fette di salume e spruzzate di Gutturnio nelle loro fauci, nella speranza che tutte le munizioni vengano utilizzate, altrimenti saranno rifilate a noi piacentini fino alle porte del prossimo Natale. In bocca al ristoratore a tutti.

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1 Comment on "NEREO"

  1. Come viene brillantemente spiegato da Nereo, l’unica cosa negativa di questa Adunata è che si farà i soldi anche chi con il commercio e la gastronomia non ha niente a che fare…

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