L’ANTICRIBBIO

cavallo

TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: IDEM

Ora basta, è giunto il momento della coerenza. Se davvero viviamo in una città in cui si continua a dire che non succede nulla e dove il centro storico è morto, allora manca la cosa più importante per sfruttare tutto questo: una guida turistica per fantasmi. Se tutti i giorni milioni di cattolici, ancora in vita ovviamente, si affidano alle loro scritture perché ci credono, per quale ragione non creare una guida anche per chi crede in questo tipo di vita dopo la morte? Basta con questi fantasmi incazzati, gironzolanti per castelli e vecchie case, solo perché non sanno dove sbattere le catene e malcontenti di strutture e servizi. Basta con anime in pena ciondolanti tra cavallo e cavallo solo perché non c’è un posto per mangiare qualcosa a tarda ora o un taxi dopo le 21. Dopo tutto, quando si è trapassati, è un po’ come quando arriva la pensione, ovvero è finalmente arrivato il momento di godersi la vita, solo che se sei morto, hai due grossi vantaggi rispetto a quando sei pensionato: niente problemi di salute e niente problemi di soldi. Bene, quale location migliore della nostra città morta per sperimentare la prima “Michelin dell’anima”? Ma non possiamo chiamarla così, saremmo accusati di plagio nefasto, quindi ho pensato a: “L’ABC dei ricordi”. Per scriverla ovviamente devo andare a ritroso nel tempo per gradi, cercando di ricordare il passato più recente, e poco alla volta camminare a ritroso come credo possa essere la procedura più corretta per invecchiare le anime. Così, ho usato la macchina del tempo più economica ed efficace che esista, una bottiglia di Pinot Nero, e ho settato i comandi sull’8 novembre 1985; a Piacenza ovviamente. Mi ritrovai nel bel mezzo del Corso Vittorio Emanuele all’altezza di quel bar lungo e stretto dove tutti si accalcavano per giocare la schedina del totocalcio. Era venerdì nel tardo pomeriggio; e il fermento cittadino dell’epoca poteva darmi qualche informazione in più. Dalla vetrina del bar potevo vedere infatti tante gente che tentava la fortuna alla sisal, e appiccicato al vetro c’erano due biglietti scritti a mano. Sul primo era riportato il risultato di Piacenza-Rimini giocata la domenica precedente, e sull’altro venivano raccolte le adesioni per la trasferta di Prato la domenica successiva. In quegli anni, per sapere a caldo il risultato del Piace in serie C, l’unico modo era di recarsi in quel bar. Scesi lungo la via e guardai per qualche istante il manifesto del film di “Ritorno al futuro” nella bacheca del cinema Politeama e poco più distante ammirai le cinture El Charro nella vetrina di Carlotta, il negozio per paninari. Un languore mi portò sotto la galleria della Borsa, dove Medardo Casella sfornava ottimi crostini nel piccolo Bar Commercio. Risalii passando nella laterale via santa Franca avendo nostalgia della vetrina della Cartoleria Italia che sembrava il paese dei balocchi insieme alla Casa della Bambola e al Fulmine in via XX Settembre, dove regalavano colorati palloncini di cui era invasa la città. Un’emozione, rivedere cassette di frutta e verdura su un marciapiede del centro, grazie al fruttivendolo Cabrini all’incrocio con via San Antonino. Arrivato in Largo Battisti sulla destra dove oggi c’è un negozio di abbigliamento femminile, entrai al Barino, quello vero, dove in un bancone colmo di prelibatezze gustai un caffè. Avventuratomi sotto il palazzo del Gotico incontrai e salutai con un cenno del capo il sindaco Stefano Pareti che con passo veloce mi rivolse un sorriso da sotto i baffi nerissimi, e svoltato sulla destra in vicolo Perestrello per poco non feci cadere un’intera fila di biciclette custodite a poche lire da una gentile a anziana signora, sempre seduta su una sedia di paglia, tutta intenta a infilarsi un ciuffo di capelli bianchi sotto il fulard che portava sulla testa. Come finale di giornata non resistetti a mangiare un gelato della ‘900 guardando in piazza il cavallo di legno di Mauro Fornari al posto di quello vero spostato per restauri. Poi capii, la mia guida funzionava perché il fantasma ero io, siamo tutti noi, quando ancora in vita, ci tuffiamo nei ricordi. Ma oggi, dove stiamo correndo tutti con così tanta fretta? L’effetto della macchina del tempo iniziò a svanire e mi ritrovai nella Piacenza di oggi, con un po’ più di coscienza sul detto: si stava meglio quando si stava peggio.

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1 Comment on "L’ANTICRIBBIO"

  1. Grazie del bellissimo viaggio a ritroso …ma al Barino c’ero pure io..potevi offrirmi un caffè !!!

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