PER ELISA

Cara Enrica,

ho letto quel che hai scritto a Selvaggia Lucarelli e ci sono rimasto male. Molto male. Da quel che hai scritto sembra che io non abbia sentimenti, invece sai bene che non è così. Capisco il tuo sfogo, certo, ma francamente hai esagerato. Come sai, Varese è una città complicata, caotica, meta di turisti da tutto il mondo, e muoversi da qui non è facile. Per questo ti chiedevo di venire da me con quel cesso di macchina che ti ritrovi, e che fra l’altro non ha ancora finito di pagare, manco fosse una Maserati. Comunque, ho sempre apprezzato che fossi tu a muoverti per me, anche con la neve, ché si sa che la Panda già slitta sull’asciutto, figuriamoci con la neve. Insomma, tu ci sei sempre stata per me, mentre io, lo ammetto, ho avuto delle mancanze nei tuoi confronti. Il fatto è che a furia di metterti lo smalto mi macchiavi le camicie, e sai bene quanto io tenga alle mie camicie. Passavo delle sere intere a ripulire il colletto con l’acetone, e questo, capirai, era inaccettabile. Sul fatto che parli l’inglese come Renzi, bé, non è vero. Mi viene in mente un episodio divertente: ti ricordi quando, alla stazione di Varese, quei due anglosassoni ti hanno chiesto qual era il treno per Pescara e tu col tuo inglese li hai mandati a Peschiera? Ah ah ah. Quante risate abbiamo fatto. Ti ricordi quando mi sono scorticato la schiena con le tue lenzuola di lana pesante comprate su Mediashopping? Oppure quando, al ristorante, impugnavi le posate come un camionista polacco? Abbiamo trascorso momenti meravigliosi insieme, e mi dispiace che adesso non ti metta più lo smalto, perché da quando ci siamo lasciati alle camicie preferisco le polo e non ci sarebbero stati problemi. Però voglio che tu sappia che ricordo ogni cosa di noi. Ogni cosa. E che, ripeto, ho apprezzato tutto quel che hai fatto per me. Se avessi finito di pagare la macchina e se avessi impugnato la forchetta come Dio comanda, probabilmente saremmo qua a parlare di un’altra storia. Ma è la vita. Non ci sono “se”. Solo incertezze. Spero tu stia bene, ti abbraccio forte.

Quello di Varese

P.S.: che tu sappia Selvaggia Lucarelli è libera?

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