ARMATEVI E PERTITE

Area della Pertite nell'estate del 2009

Piacenza scopre che la cosiddetta area della Pertite è (o potrebbe essere) un parco, una decina d’anni fa, quando alcuni studenti della scuola media Calvino, annoiandosi per l’ennesima lezione di trigonometria, buttano lo sguardo fuori dalla finestra della loro classe e scoprono che al di là di un muretto di cemento si estende una foresta quasi incantata dove si riescono persino a vedere dei giovani caprioli farsi largo fra i carri armati.
Questi solerti alunni, oggi ormai più che ventenni, decidono che invece di scrivere il solito tema sulle vacanze è meglio fantasticare su un parco. Decidono così di preparare un progetto di Bosco in città che presentano pubblicamente nel 2009. «Ottima idea», pensano un gruppo di abitanti del quartiere Infrangibile, «facciamo un comitato e imponiamo questo progetto». L’allora sindaco Roberto Reggi, già con l’anima predisposta alle dismissioni demaniali e militari, abbraccia l’idea e, insieme coi suoi assessori, decide di abbracciare fisicamente anche l’area in questione con un gioioso girotondo immortalato da tutti i media locali in un soleggiato giorno di giugno del 2010.
Come ogni favola che si rispetti, però, prima del lieto fine interviene sempre una forza oscura a complicare i piani al nostro eroe. E così si scopre che in quel benedetto parco i militari, perché loro è la proprietà dell’area, ci testano i carri armati, che non si sa bene dove vengano usati. In più, si scopre che il sottosuolo di quell’enorme parco non è proprio pulitissimo e che la bonifica costa diverse centinaia di migliaia di euro, e non si sa chi debba pagare.
L’amministrazione comunale cammina su un filo, cerca alternative, incontra tutti i ministri e sottosegretari alla Difesa di destra e di sinistra che si susseguono negli anni, elabora (e fa elaborare a università e professionisti) progetti che vanno dalla Pertite tutta a bosco alla cessione in alternativa di altre aree militari della città, ma la pista di prova per i carri armati e i costi di bonifica rimangono due ostacoli difficilmente superabili.
L’inossidabile comitato degli Amici della Pertite non si perde d’animo e visto i tentennamenti chiede e ottiene un referendum popolare per decretare la destinazione d’uso dell’area. Nonostante il quesito davvero goloso, solo 30mila piacentini votano Sì al parco in città, facendo mancare abbondantemente il quorum necessario.
La nuova amministrazione comunale insediatasi nel 2012, sebbene presente in forze all’abbraccio del 2010 e a parole fervente sostenitrice del referendum, si sente le mani libere dal mancato quorum e prosegue nei suoi abboccamenti romani alla ricerca di una soluzione per l’area dell’infrangibile. L’unica possibilità economicamente sostenibile, una volta trovata una nuova area per la pista per i carri armati e una volta bonificata l’area, è quella di permettere insediamenti edilizi privati che coprano le spese di realizzazione e gestione del bosco in città.
Il comitato della Pertite non ci sta. E ricomincia la sua battaglia: i caprioli devono correre liberi senza trovarsi davanti case, piscine o campi da tennis. Quando la situazione sembra precipitare nuovamente, ecco rispuntare Reggi, che estrae dall’agenzia del Demanio un nuovo coniglio: nuovo ospedale alla caserma Lusignani (che paga la Regione, cioè noi), un sacco di caserme in disuso che passano al Comune (non si sa per farne cosa), la Pertite tutta a bosco grazie allo stesso Demanio (cioè a noi) che paga la bonifica, a patto che il Comune trovi una sede alternativa per la pista di prova dei carri armati, cioè quello che non è riuscito a fare negli ultimi dieci anni.
Un fantastico colpo di cannone che chiude il cerchio proprio a ridosso della scadenza elettorale. Certo, non si sa se tutto andrà come deve andare, il fatto certo è che c’è già chi ha proposto di oscurare le finestre di tutte le scuole piacentine.

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4 Comments on "ARMATEVI E PERTITE"

  1. Una piccola cosa non viene mai ricordata ed è che il referendum per la Pertite non dicasi non doveva raggiungere il quorum!!!
    Infatti i seggi dedicati alla pertite erano solo un terzo degli altri seggi dei referendum nazionali ed inoltre nel quorum da raggiungere erano stati conteggiati anche i sedicenni e diciassettenne che avrebbero potuto votare.
    Omettendo che per avere diritto di voto i giovani avrebbero dovuto iscriversi alle liste elettorali in Comune ,cosa che fecero in una decina.
    A le mia bela ma la per

  2. La trigonometria non si studia alle scuole medie … ed è solo una delle bufale scritte qui.!!

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