600 EURO UNA TANTUM ROSA

TESTO: CATERINA MASCARETTI

I problemi che riguardano l’universo femminile, si sa, sono noti, rilevanti e toccano sovente l’opinione pubblica. Per anni le suffragette e le femministe si sono battute per farli emergere, portarli agli occhi di tutti e scalfire le impenetrabili mura della società patriarcale.

Anche in tempo di coronavirus queste coraggiose donne non hanno smesso di combattere per i loro ideali e per le loro ineluttabili necessità. In particolare, anche in questo periodo di profonda crisi, gli sforzi di queste eroine si sono concentrati nel vedersi garantiti i loro diritti essenziali.

«Ci libereremo dal giogo delle doppie punte, delle frangette mal tagliate, delle ricrescite selvagge!». «Spezzeremo le reni alle sopracciglia incolte, agli smalti semipermanenti che si staccano, ai peli sulle gambe lunghi come cipressi!». Questi sono solo alcuni degli slogan di queste combattenti. Dalle loro pagine Instagram non smettono un secondo di far sentire forte il grido che sostiene l’Italia femminile: «Andremo tutte dal parrucchiere e dall’estetista!». Come moderne Maria Antonietta, alla drammatica constatazione, «non ci sono più mascherine», rispondono «che si usino i foulard di Hermes». 

E già tornano alla memoria le prodi gesta delle grandi donne che ci hanno precedute. Come la zia di campagna che, nel secondo dopoguerra, per non sfigurare alle feste paesane estive, aveva ideato un modo pratico e veloce per liberarsi dei peli superflui. Il procedimento consisteva nel prendere un foglio di giornale, accartocciarlo, appiccargli fuoco e poi strofinarlo velocemente lungo gambe e braccia. Si otteneva l’effetto gallina strinata, ma i peli sparivano e non comparivano più per svariati mesi. Altroché ceretta brasiliana.

O la cugina che, volendo passare dal biondo al ramato, si trovò ad affrontare un disastroso rincorrersi di tinte successive. Finendo con l’approdare ad un meraviglioso rosa. Oppure quell’altra ancora che, maneggiando un paio di pinzette, a furia di strappare, si trasformò in un essere privo di sopracciglia come lo zio Fester.

Per non parlare del mondo femminile animale. Come quando la tua cagnolina si è trovata ad avere un fastidioso prurito intimo. E hai scoperto una nuova vocazione, facendole impacchi quotidiani di Tantum rosa.

E subito tornano a diffondersi, o fanno per la prima volta la loro apparizione, in tutte le case quegli strumenti che, anche col fai da te, ti permettono di essere perfetta per la prossima conferenza stampa di Coso.

Quindi vai di silk epil, piastra, arricciacapelli, aspira punti neri, spazzola lisciante, foreo, antirughe a pulsazioni. Perché anche se sei segregata in casa peggio di uno al 41-bis e stai ancora aspettando dal 15 aprile la cassa integrazione o i tanto promessi e agognati 600 euro di bonus, quel che conta davvero è essere impeccabile. Non sia mai detto che qualcuno possa scoprire che non sei una bionda naturale. Meglio la fame!

Anche il mondo politico femminile si è unito a questa lotta senza pari. Ministri e onorevoli sfoggiano impeccabili tagli, pieghe e incarnati di porcellana. E chissà se, come il presidente Sergio Mattarella, avranno dovuto arrangiarsi facendo tutto a casa. Fu vera lacca? Ai posteri l’ardua sentenza.

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