CIAO BOMBER

Gli aperitivi con la divisa ufficiale della squadra, le creste, i calzoni della tuta infilati nei calzettoni: il magico mondo del calcio dilettanti è composto da personaggi al centro di storie e leggende popolari che meritano di essere narrate. Ogni lunedì nella nuova rubrica della Batusa, “Ciao bomber”, racconteremo gli aneddoti di uno di loro, prodezze dentro e fuori dal campo tra colpi di tacco e fantasia al potere. Ecco la prima puntata dedicata a Paolo Gelmini, che in una sola stagione segnò 52 gol e sbagliò 13 rigori.

VIERI-SATTA

TESTO: MARCELLO ASTORRI; FOTO: INTERNET

Lui è uno dei bomber di riferimento del panorama calcistico piacentino. Amato dalle folle, idolo di vecchi e giovani tifosi che trascorrono la domenica su un campo polveroso con la radiolina nelle orecchie, sono innumerevoli gli aneddoti che parlano delle sue gesta passate. Ormai non gioca più, perché anche i grandi bomber prima o poi devono dire basta, ma le sue storie circolano ancora negli spogliatoi, nei bar, sotto le docce ad allenamento finito e durante le cene di squadra. Stiamo parlando di Paolo “Gelmo” Gelmini. Professione centravanti, fisico minuto e stagno, alla Totò Di Natale, capello brizzolato alla Ravanelli, geniale come Baggio, matto come Cassano, amante delle feste come Adriano. Nei suoi lunghi trascorsi da giocatore ha segnato centinaia di gol, vestito almeno una decina di maglie diverse e vinto svariati campionati. Gelmini è uno di quei soggetti su cui si spendono le solite, inflazionatissime frasi che si sentono in giro sui campo: “Se avesse avuto la testa sarebbe arrivato in serie A”. Invece Gelmini ha passato la carriera tra i dilettanti, con molti gol e molti aneddoti da raccontare. Come quella volta che giocava in Seconda categoria ed era la punta di diamante della vecchia e indimenticata Spes di Borgotrebbia. Il campo di casa era il “Puppo 2” di via Anguissola, quando ancora era costellato di erba vera e non condita da fastidiosi pallini gommosi come oggi. La Spes – racconta la leggenda – quell’anno venne tirata a lucido e attrezzata alla grande per il lungo e sognato approdo in Prima Categoria, e la società decise di affidare la promozione ai gol di bomber Gelmini, uno dei pochi in circolazione in quel campionato che tirando in porta avrebbe preso il “sette” e non la linea ferroviaria per Torino Porta Nuova che transita dietro al Puppo.

LA PROPOSTA

Il presidente della Spes, quasi per gioco, la sparò grossa e fece una proposta allettante a Gelmini, una di quelle scommesse che si fanno con la consapevolezza di avere già la vittoria in tasca e di non dover saldare il debito: “Se arrivi a quota 50 gol ti regalo una macchina”. Ma dall’altra parte c’era bomber Gelmini. E infatti quell’anno la Spes vinse il campionato a mani basse e gol dopo gol il presidente capì di aver scherzato col bomber sbagliato. Alla fine della stagione le reti complessive di Gelmini furono 52. Al presidente, così, toccò regalare la macchina al suo centravanti, anche se leggenda vuole che non avesse la patente. Nessuno sa dire con precisione che cosa fece Gelmini con la sua fiammante – ma inutilizzabile – vettura nuova. Il dettaglio più divertente che si sente in giro, però, è che in quel campionato Gelmini sbagliò pure 13 rigori. D’accordo che la Spes quell’anno ne avrà calciati parecchi, ma 13 rigori non si sbagliano neanche a farlo apposta. Anche per questo bomber Gelmini rimarrà a lungo nell’immaginario collettivo degli appassionati piacentini (se vi capiterà mai di giocarci insieme, però, magari i rigori fateli battere da un altro).

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2 Comments on "CIAO BOMBER"

  1. Vi correggo, quell’anno la spes non vinse il campionato. Arrivò a pari punti con noi del Pro, che la battemmo 4 a 2 davanti a più di mille persone sul campo della vecchia Garibaldina… Ovviamente fummo promosse entrambe.
    Sapete com’è, in porta dall’altra parte c’ero io… 🙂
    Pigna

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